-->

3 aprile 2011

Per difendere la scuola pubblica, diamo spazi a quella privata. L'ultima trovata dell'assessorato

Verrebbero utilizzati e valorizzati spazi lasciati all’incuria e all’abbandono, la scuola Gramsci beneficerebbe della nuova ristrutturazione e la cattiva fama dalla Gramsci e/o del quartiere, potrebbe essere contrastata proprio dall’insediamento di una scuola privata seria, aperta alla collaborazione con tutti.
Questi i 4 motivi ufficiali che hanno portato l’Amministrazione del Comune di Milano a destinare ad una scuola privata steineriana gestita all’Associazione Cometa l’intero primo piano della scuola Gramsci di via Tosi. Scuola di periferia, tristemente famosa in quartiere per atti di bullismo che hanno allontanato le famiglie e diminuito le iscrizioni “nonostante l’apporto degli alunni stranieri”. Così dice l'assessorato.
La scuola di via Tosi fa parte dell’Istituto comprensivo Capponi, costituito da quattro sedi, due scuole medie, Gramsci e Gemelli in via Pescarenico, e due scuole elementari, "la Pestalozzi" nell’omonima via "la Moro" in via Pescarenico.
È chiaro che non importa se l’associazione Cometa, nata dalla collaborazione di insegnanti e genitori, sia un’ottima o una buona o una pessima scuola. Oppure che sia scuola di Cl, araba, steineriana o ebraica. Non importa neppure sapere se il Canone annuo di € 31.214,54 più spese accessorie e riscaldamento che ammontano a €29.870,21 sia equo a fronte di una retta chiesta alle famiglie di 4.620 euro all'anno.
Il principio è un altro. Come ho criticato fortemente l’Amministrazione Comunale per aver indetto un bando ad agosto assegnando gli spazi della scuola di via Paravia alla scuola privata egizia, critico anche questa scelta. Non si può dare spazi che appartengono alla scuola pubblica alla scuola privata. Al massimo li si dà ad associazioni musicali, artistiche, genitoriali, di supporto scolastico, che implementino l’offerta didattica.
L’ultima delle quattro motivazioni preoccupa particolarmente. Per contrastare la brutta fama della scuola pubblica si insedia una scuola privata. Ma davvero pensiamo che le famiglie torneranno ad iscrivere i loro figli alla Gramsci perché gli spazi sopra sono utilizzati da un’altra scuola! Privata. E quando lo faranno dove li metteremo quegli studenti?
Ma cosa abbiamo intenzione di fare? La scuola pubblica senza supplenti, né risorse per gite e laboratori e sopra la scuola privata? Perché così non si sentiranno troppo emarginati?
L'Amministrazione comunale ha il dovere di valorizzare le scuole pubbliche, particolarmente quelle più in difficoltà.
Ed infine. Se le modalità scelte dall’Amministrazione sono legittime e il canone equo e, soprattutto, non si avrà alcuna intenzione di tornare sui propri passi, vogliamo lasciare alla Gramsci i 31 mila euro dell’affitto? Vogliamo investirli per una scuola che da qui a qualche anno aumenterà nuovamente le iscrizioni e inviterà l’associazione Cometa a trovare un altro luogo per svolgere le lezioni?