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5 giugno 2013

Società sportive, arriva il Patto per la legalità per contrastare le infiltrazioni delle organizzazioni criminali nello sport

Il 23 maggio scorso il Comune ha presentato agli Stati generali dello sport, in collaborazione anche con Transparency International Italia e Avviso Pubblico, il Patto per la legalità. Si tratta di un documento elaborato dalla Commissione Antimafia del Comune di Milano, unitamente alla Commissione Sport presieduta da Anna De Censi, con il sostegno fondamentale dell’assessora Chiara Bisconti, per contrastare le infiltrazioni delle organizzazioni criminali all’interno delle società sportive milanesi. Un percorso comune il cui obiettivo è quello di portare la massima trasparenza nella gestione degli impianti sportivi e valorizzare quelle società sportive che si distinguono per trasparenza nel bilancio, attenzione alla democrazia interna, promozione di attività che coinvolgano genitori, atleti e cittadinanza sui temi della promozione della legalità, lotta al doping, al razzismo, alla pedofilia, al gioco d’azzardo e alle scommesse.
I fatti che hanno coinvolto il centro sportivo di via Iseo hanno confermato che lo sport milanese può divenire oggetto di interessi criminali mafiosi. «Che il Centro Iseo sia gestito dai Flachi lo si può affermare con certezza assoluta». Così scriveva il Gip Giuseppe Gennari nell’ordinanza di custodia cautelare che portò all’arresto di 35 persone nel marzo 2011 per associazione mafiosa, spaccio, estorsioni. «I Flachi esercitano tutti i poteri tipici del dominus: essi decidono sul personale da assumere, risolvono le controversie». L’anno successivo l’impianto accusatorio viene confermato da almeno tre sentenze che condannano gli uomini del clan, il patriarca e i suoi due figli a pene pesantissime. Il presidente della società che in concessione con il Comune di Milano gestiva i campi, la piscina e la palestra di via Iseo, scriveva ancora Gennari «permette alla impresa mafiosa di presentarsi addirittura come iniziativa di valore sociale, meritevole di sostegno da parte della collettività e degli organi rappresentativi politici locali».
Tant’è che, successivamente agli arresti, arriva un’ordinanza prefettizia e proprio sulla scorta di quella segnalazione, il neo sindaco Pisapia nel luglio 2011 revoca la concessione. Nell’ottobre dello stesso anno la palestra viene completamente bruciata provocando danni enormi per la collettività.
Da questi fatti emerge chiaramente che il consenso che le società sportive portano con sé, il gran numero di persone, che a vario titolo e con diverso ruolo sono coinvolte nelle attività, le sponsorizzazioni, gli investimenti economici negli impianti, possono fare gola alle organizzazioni criminali.
Con il Patto per la legalità le società si impegnano a prestare grande attenzione a quali ditte assegnano i lavori, a chi gestirà il bar o il ristorante, a chi assegnano l’appalto per la fornitura di beni o servizi. Un progetto che vuole tutelare, valorizzare, proteggere le società sportive da quegli interessi criminali da cui il calcio in particolare, ma l’intero mondo dello sport, si deve difendere.
Il Comune sta lavorando a un testo, che sarà inserito nei contratti di concessione, anche non in scadenza, che conterrà degli articoli con impegni precisi per i contraenti. Elementi che valorizzeranno competenze, formazione permanente, sensibilità specifiche dei singoli concessionari. Ogni società poi verrà valutata attraverso un sistema di crediti. Il punteggio sarà utile in sede di rinnovo delle convenzioni e per l’assegnazione di contributi pubblici per iniziative sportive.
Il Comune proseguirà nei prossimi mesi nella condivisione con il mondo dello sport e della società civile delle linee guida del testo del Patto per la legalità. Attendiamo suggerimenti e sollecitazioni.