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7 luglio 2013

La verità giudiziaria compaia sulla targa in memoria della strage di via Palestro. Domani una mia mozione sarà votata in Consiglio. La strage del 27 luglio 1993, fu strage mafiosa volta a ricattare lo Stato

Alle 23,14 del 27 luglio 1993 una Fiat Uno, imbottita di esplosivo parcheggiata davanti al Padiglione d'Arte Contemporanea di via Palestro a Milano, esplode provocando la morte di cinque persone.
Nello scoppio restano uccisi il vigile urbano Alessandro Ferrari, i vigili del fuoco Stefano Picerno, Sergio Pasotto e Carlo La Catena, il vendtore ambulante Moussafir Driss di nazionalità marocchina.
Dodici persone rimangono ferite, alcuni di essi subiscono gravi danni permanenti. Un’ulteriore esplosione si verifica alle 4 e 30 del mattino a causa di una sacca di gas che si era formata sotto il Pac. Questa seconda esplosione avrà effetti più dirompenti sulla struttura, la sventra completamente e danneggia una trentina di opere d’arte, alcune andranno completamente distrutte.

La verità giudiziaria sulla strage di via Palestro, indicando gli esecutori materiali e i mandanti interni all’organizzazione criminale “Cosa nostra”, l’ha scritta la Corte Suprema di Cassazione il 6 Maggio 2002, confermando gli ergastoli del processo di primo grado e dell’appello.
La cassazione ha ritenuto che la strage era collocabile “… nell'ambito di un'unica strategia stragista, volta a ricattare lo Stato per costringerlo a una trattativa in ordine al regime carcerario introdotto con l'articolo 41 bis dell'ordinamento penitenziario, ideata e attuata dopo l'introduzione della predetta norma con il decreto legge dell'8 giugno 1992 numero 306, convertito in legge il 7 agosto 1992 numero 356…” (pagina 18, sentenza Cassazione).
Il primo grado si svolse in Corte d’Assise di Firenze e le sentenza furono emesse il 6 giugno 1998, e il 21 gennaio 2000, il secondo grado, unificando i due processi, si svolse in Corte d’Assise d’Appello di Firenze e la sentenza fu emessa 13 febbraio 2001.

La targa fu apposta precedentemente alla verità giudiziaria che ha sancito, con sentenza passata in giudicato, che la strage fu eseguita da Cosa Nostra

Domani si discuterà una mozione che ho predisposto e presentato, firmata da tutti i gruppi consiliari, eccezione per la Lega, che non si opporrà a discuterla con urgenza, nella quale chiedo alla Giunta di porre, in memoria della strage, una nuova targa in cui venga chiaramente scritto che le cinque persone furono "vittime di una strage mafiosa volta a ricattare lo Stato". La cittadinanza pose il 27 luglio 2013.