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29 giugno 2014

Rating di legalità: un'arma spuntata

L'audizione di Elisabetta Freni dell'Autorità garante mercati e concorrenza, sul rating di legalità ha chiarito perfettamente le potenzialità di uno strumento, ancora molto poco efficace, che mira a valorizzare le aziende che fanno del rispetto delle norme e dell’etica imprenditoriale un valore da perseguire con attenzione.
Pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 7 aprile 2014, n. 81, il decreto del 20 febbraio 2014, n. 57 del Ministero dell'Economia e delle Finanze congiuntamente al Ministero dello Sviluppo Economico, atteso da almeno due anni, individua i benefici previsti per le aziende che accedono al rating. Manca clamorosamente quello più ovvio e più utile: un maggior punteggio nelle gare pubbliche. Nelle gare ad offerta economicamente più vantaggiosa. Un errore. Viene scritto che le banche ora dovranno tener conto della presenza del rating attribuito alla impresa nel processo di istruttoria ai fini di una riduzione dei tempi e dei costi per la concessione di crediti. Non sono però obbligate a concederlo. Anche le pubbliche amministrazioni, in sede di predisposizione dei provvedimenti di concessione di finanziamenti alle imprese, dovranno tenere conto del rating di legalità a esse attribuito. Manca proprio ciò che tutti si aspettavano. In Commissione Antimafia ci siamo presi l'impegno di proseguire su questa strada. Approfittando della fase di revisione del codice degli appalti e proporre questa ed altre modifiche, proprio per valorizzare le aziende sane, quelle più impegnate nel faticoso rispetto delle regole e nella denuncia di intimidazioni e richiesta di tangenti.

Il Rating

La proposta del rating di legalità era stata avanzata dal delegato del presidente di Confindustria per la legalità Antonello Montante ed è attribuito alle imprese con oltre 2 milioni di fatturato, iscritte da almeno due anni al registro delle imprese.
Per ottenere il punteggio minimo, una stelletta, l’azienda dovrà dichiarare che l’imprenditore e gli altri soggetti rilevanti ai fini del rating (direttore tecnico, direttore generale, rappresentante legale, amministratori, soci) non sono destinatari di misure di prevenzione e/o cautelari, sentenze/decreti penali di condanna, sentenze di patteggiamento per reati tributari ex d.lgs. 74/2000 (dalla dichiarazione infedele o omessa a quella fraudolenta alla falsa fatturazione); per reati ex d.lgs. n. 231/2001 dalla corruzione, alla concussione, ai reati ambientali, reati societari.

Per i reati di mafia, oltre a non avere subito condanne, non deve essere stata iniziata azione penale ai sensi dell'art. 405 c.p.p. (termine delle indagini, non archivia e chiede il rinvio a giudizio)

L’impresa non dovrà inoltre, nel biennio precedente la richiesta di rating, essere stata condannata per illeciti antitrust gravi, per mancato rispetto delle norme a tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, per violazioni degli obblighi retributivi, contributivi, assicurativi e fiscali nei confronti dei propri dipendenti e collaboratori. 

Il regolamento prevede 6 ulteriori requisiti che, se rispettati, garantiranno alle imprese il punteggio massimo di 3 stellette. Se ne verranno rispettati 3 si otterranno due stellette. In particolare le aziende dovranno:
  • rispettare i contenuti del Protocollo di legalità sottoscritto dal Ministero dell’Interno e da Confindustria, e a livello locale dalle Prefetture e dalle associazioni di categoria;
  • utilizzare sistemi di tracciabilità dei pagamenti anche per importi inferiori rispetto a quelli fissati dalla legge;
  • adottare una struttura organizzativa che effettui il controllo di conformità delle attività aziendali a disposizioni normative applicabili all’impresa o un modello organizzativo ai sensi del d.lgs. 231/2001;
  • adottare processi per garantire forme di Corporate Social Responsibility;
  • essere iscritte in uno degli elenchi di fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori non soggetti a tentativi di infiltrazione mafiosa;
  • avere aderito a codici etici di autoregolamentazione adottati dalle associazioni di categoria;
  • aver denunciato reati previsti dal Regolamento commessi a danno dell’imprenditore o dei propri familiari e collaboratori, qualora alla denuncia sia seguito l’esercizio dell’azione penale.
Il rating di legalità ha durata di due anni dal rilascio ed è rinnovabile su richiesta. In caso di perdita di uno dei requisiti base, necessari per ottenere una ‘stelletta’, l’Autorità dispone la revoca del rating. Se vengono meno i requisiti grazie ai quali l’azienda ha ottenuto un rating più alto l’Antitrust riduce il numero di stellette.

Da febbraio 2014 le richieste di certificazione sono state 200.