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17 agosto 2014

Il senatore D'Alì: una sentenza dichiara con certezza che fino al '94 ha contribuito al rafforzamento di Cosa Nostra. Come se niente fosse...

Il senatore D'Alì dovrebbe dimettersi. Il governo dovrebbe considerare non gradito il suo voto. Leggo oggi su L'Espresso che il nome di Matteo Messina Denaro ricorre spesso nelle 703 pagine della sentenza depositata a giugno nella quale si è dichiarata prescritta l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa contestato all'ex sottosegretario D'Ali, all'epoca di Forza Italia oggi senatore di Ncd. Il politico trapanese era sotto processo per i rapporti con le cosche e il loro sostegno elettorale. I magistrati avevano chiesto la condanna a 7 anni e 4 mesi. Il giudice nelle motivazioni scrive: "Vi è la prova che Antonio D'Alì ha intrattenuto relazioni con l'associazione mafiosa fino agli anni 90 e che ne abbia con certezza ricevuto l'appoggio elettorale in occasione delle prime consultazioni alle quali si è candidato ossia quelle dell'anno 1994. Vi è provato che abbia contribuito con coscienza e volontà al rafforzamento di Cosa Nostra fino a epoca successiva e prossima al mese di gennaio 1994. ..... in epoca successiva è stato provato che il sodalizio lo ha sostenuto nella competizione elettorale del 1994 così come risulta la sua continuità all'associazione criminale o comunque a soggetti ad essi vicini." Lirio Abbate su L'Espresso racconta anche che il padre di Matteo Messina Denaro aveva iniziato a lavorare come coltivatore presso i terreni della famiglia D'Alì Staiti cugini del senatore Antonio D'Alì che si trovano in contrada Zangara a Castelvetrano.