-->

26 aprile 2015

Saviano lancia l'allarme per la norma che introduce i reati ambientali nel codice penale

Superate le polemiche sul termine "abusivamente" (vedi articolo de Il Fatto) torna a far discutere la norma sui reati ambientali recentemente approvata al Senato in seconda lettura e ora tornata in discussione alla Camera che aveva approvato un testo diverso il 26 febbraio 2014. E' Saviano che sulle pagine de l'Espresso, all'interno della sua rubrica, L'antitaliano,  pone l'attenzione su un emendamento approvato, che introduce nel testo, per la prima volta, il divieto dell'uso dell'air gun (tecnica di ispezione dei fondali marini per l'estrazione di idrocarburi). L'emendamento, proposto da Antonio D'Alì, potrebbe far ripartire tutto da capo, rinviando sine die l'approvazione definitiva del testo. Sappiamo chi è Antonio D'Alì, non sapevo invece del suo emendamento e del corto circuito che rischia di provocare, con la possibilità che la modifica non venga confermata dalla Camera e il testo debba ritornare ancora in Senato per la quarta lettura.
Il testo  dell'intero provvedimento, comunque rappresenta una vera e propria rivoluzione, inserendo nel codice penale un nuovo titolo (VI bis), dedicato ai delitti contro l'ambiente, all'interno del quale vengono previsti i nuovi reati di inquinamento ambientale, di disastro ambientale, di traffico e abbandono di materiale radioattivo, non più comportamenti sanzionati unicamente a livello amministrativo.
In particolare viene introdotto il nuovo delitto di inquinamento ambientale (art. 452-bis) che viene punito con la reclusione da 2 a 6 anni (possibili le intercettazioni) e la multa da 10.000 a 100.000 € oppure quello di omessa bonifica, per punire, con la pena della reclusione da uno a quattro anni e con la multa da euro 20.000 a 80.000 €, colui che, essendovi obbligato per legge, per ordine del giudice o di un’autorità pubblica, non provvede alla bonifica.
Il testo prevede anche la responsabilità della persona giuridica quando il reato sia commesso nell’interesse dell’ente, il raddoppio dei termini di prescrizione per tutti i nuovi delitti introdotti e anche alcune sanzioni interdittive della durata di un anno (solo…): interdizione dall'esercizio dell'attività; sospensione o revoca di autorizzazioni, licenze o concessioni; divieto di contrattare con la PA; esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi ed eventuale revoca di quelli già concessi; divieto di pubblicizzare beni o servizi.