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11 maggio 2015

Pedonalizzazione, movida e partecipazione

La partecipazione è un percorso complicato. Ha le sue regole e i suoi luoghi. A fine aprile ho partecipato ad un'assemblea pubblica, organizzata dal comitato dei residenti Navigli, a cui era presente anche l'assessore D'Alfonso. Quella sera, al Cam di via Scadasole, i cittadini ci hanno richiamati sull'obbligo di condividere le scelte. Dialogare con loro e, solo successivamente, prendere la decisione di allargare l’Isola pedonale dei Navigli, con l’inclusione permanente della via Ascanio Sforza e dei tratti di Ripa di Porta Ticinese (già per la gran parte inclusa assieme all’Alzaia Naviglio Grande e l’Alzaia Naviglio Pavese), da via Paoli al civico 83, e delle vie Borsi e Gola (pure Ztl) fino a via Pichi.

Una prima regola della partecipazione è quella di chiarire subito chi decide e cosa. Una seconda regola è il coinvolgimento dei Consigli di Zona (future municipalità, istituzione prossima ai territori). Bisogna poi chiarire bene gli obiettivi dell'Amministrazione, metterli nero su bianco assieme ai  diversi percorsi che l'Amministrazione ha individuato per raggiungerli. I pro e i contro delle scelte, magari acquisendo studi ad hoc, rendendoli disponibili (nel caso di Ascanio Sforza i dati sono stati raccolti da Amat). Assieme al Consiglio di Zona si individuano poi i portatori di interesse, riuniti o meno in comitati o associazioni di categoria e si stabilisce un percorso all'inizio del quale si porranno al centro ancora: obiettivi, percorsi, dati. Magari nel frattempo modificati dopo la prima interlocuzione con la Zona. Gli incontri assembleare è bene siano anticipati da sedute dedicate ai diversi protagonisti.
In questa fase è fondamentale prendere in considerazione le proposte messe in campo, accoglierle, respingerle, motivando le considerazioni fatte, tutto in assoluta trasparenza. Al termine il Consiglio di Zona potrà esprimere un suo parere, difendendo gli interessi generali dei cittadini residenti nell'intero territorio. Sarà la Giunta, in questo caso (le pedonalizzazioni, non coinvolgono il Consiglio Comunale), che deciderà, confutando le argomentazioni che considera erronee o infondate, motivando quando le osservazioni dei portatori di interesse o del Consiglio di Zona siano state accolte e viceversa.
Non si può infatti, dar per scontato, che la Giunta non possa cambiare idea, compreso la decisione di rinviare ogni scelta a periodi "migliori".
Mi è piaciuto molto l'intervento del sindaco Pisapia durante l'inaugurazione della nuova Darsena, durante il quale ad un certo punto ha fatto cenno alle proteste che anche lì erano  manifeste, rispetto al progetto, e ha detto a tutti i presenti che sarebbe noioso se tutti la si pensasse allo stesso modo.
Sappiamo quanto i comitati dei cittadini abbiano fatto in questi anni: la battaglia contro l'ipotesi del parcheggio sotterraneo sotto la Darsena, le sollecitazioni e la contrapposizione di un altro comitato per l'impatto della Linea 4 sul Parco Solari.
Un ruolo, quello dei comitati, che bisogna riconoscere, utile, incisivo, spesso faticoso,  da inciampo a percorsi amministrativi già abbastanza lunghi, ma che negli anni è stato di stimolo ad approfondire le scelte, motivare e valutare startegie di intervento differenti.
Ora (l'articolo è del 10 maggio) giunge a noi tutti, tramite le pagine milanesi del Corriere della Sera la notizia che nessuna restrizione oraria verrà imposta alla movida milanese durante il semestre di Expo,
Non la condivido. Non condivido neanche il metodo. Critiche sono giunte da residenti e anche dalla Confcommercio. E qui torniamo a quanto detto prima. E qui torniamo a richiamare l'importanza della delibera, oramai ritirata, sulla regolamentazione della somministrazione di alimenti e bevande in alcune aree protette (Navigli, Brera, Arco della Pace). Proprio perché questa delibera non è stata approvata dal Consiglio, nessuna regolamentazione potrebbe essere imposta ai pubblici esercizi. E quindi le dichiarazioni del 10 maggio, lasciano il tempo che trovano....
Governare è molto complicato. Condividere i percorsi che portano alle decisioni lo semplifica. Io ne sono convinto.