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16 maggio 2017

Protocollo di legalità Citylife: urgente riprogrammare

Proseguono i lavori di commissione Antimafia di controllo delle strategie di contrasto agli interessi mafiosi nelle aziende partecipate e di verifica dei Protocolli di legalità in essere. Il 16 maggio u.s. abbiamo preso atto che il protocollo di Intesa per la Regolarità e la Sicurezza nel Cantiere inerente il Programma integrato di intervento del Quartiere Storico Fiera di Milano sottoscritto da Prefettura Comune di Milano Società City Life, Tre Torri contractor, Fillea Cgil, Filca Cisl, Feneal Uil, Assimpredil Ance del 22 luglio 2010, può essere migliorato e reso maggiormente efficace alla luce anche dei recenti provvedimenti legislativi. Ricordando che, quando fu sottoscritto era il primo che prevedeva impegni precisi anche per i contratti tra privati in presenza di una convenzione urbanistica.

Lo stesso Roberto Russo direttore opere pubbliche per City life, accompagnato da Michele Migotto project manager opere  private, ha dichiarato che per tutti i subappalti non è stato possibile verificare con AVCpass e ci si è dovuti accontentare dell'autocertificazione. "Le Prefetture non rilasciavano il documento ad una stazione appaltante privata e per quelle aziende obbligatoriamente da sottoporre ad informazione antimafia si è richiesta l'autocertificazione ai sensi della 445/2000". A seguito della delibera 1117/2013 del Comune di Milano Citylife in merito alle opere di urbanizzazione e quindi, opere da considerarsi, a tutti gli effetti, pubbliche, la richiesta sia per le comunicazioni che per le informazioni antimafia, veniva presentata direttamente dall'Amministrazione comunale. Mentre dal 2015 con l'avvento del sistema AVCpass sul portale di Anac è stato possibile richiedere direttamente la certificazione antimafia. Purtroppo però solo per gli aggiudicatari. Per i subappalti, però, non si è riuscito ad accedere alla piattaforma. Successivamente, via mail Roberto Russo ha precisato: "Nei rari casi in cui non è stato possibile fare delle verifiche antimafia su appalti e subappalti, deriva dalla oggettiva difficoltà da parte di CityLife, essendo un soggetto privato, di accedere alla Banca dati nazionale. Per questo motivo ci siamo detti che sarebbe utile , anche in ottemperanza alla delibera 1117/2013 del Comune di Milano,  che queste verifiche potessero  essere fatte direttamente dagli uffici tecnici del Comune".
Discorso a parte per ciò che riguarda i subaffidamenti per categorie fortemente inquinate da interessi mafiosi (Trasporto di materiale a discarica, fornitura e/o trasporto terra, fornitura e/o trasporto di calcestruzzo fornitura e/o trasporto di bitume, smaltimento di rifiuti, noli a caldo e a freddo di macchinari, forniture di ferro lavorato, servizi di guardiania nei cantieri).

Il Protocollo all'articolo 2 prevede l'obbligo di acquisire la preventiva autorizzazione per lavori di qualsiasi importo.
Se per le opere pubbliche Citylife ha utilizzato unicamente aziende iscritte alle White List, discorso diverso per le opere private. Qui le procedure non hanno previsto l'obbligo (non era indicato nel Protocollo) e, nell'elenco di 93 aziende appartenenti alle categorie di cui sopra, inviate alla commissione, 47 sono iscritte alla White list, mentre 24 avevano autocertificazione. Le altre erano in posizioni diverse: cessata attività, in attesa di autorizzazione, in aggiornamento. Per sei di loro non era indicato nulla. Per la ditta Marando Antonio di Plati e la Tcim srl di Como (per la quale era stata negata l'iscrizione alla white list Prefettura di Como), la Grillo Antonio di Casorate Primo, la Autotrasporti Ele & Domy di San Calogero non ho avuto chiarimenti. La M.P.G. srl di Bianco (RC) è stata invece allontanata per carente documentazione. Come la C.S. Autotrasporti s.r.l..
Mi è stato anche risposto l'impresa individuale CATANZARITI PAOLO FRANCESCO con sede Casorate Primo, oggetto di un'interdittiva antimafia del luglio 2014,  la VOCE srl con sede a Petilia Policastro, con interdittiva del settembre 2014 e la TRASPORTI MUSITANO con sede in Cava Manara. Aziende che in una relazione della Polizia Locale erano state censite opernti nel cantiere, non erano state riportate nell'elenco a me inviato perché "gli elenchi fotografavano la situazione attuale".
Katiuscia Calabretta della Fillea, Salvatore Cutaia della Feneal e Fabio del Carro della Filca hanno sottolineato che il lavoro di monitoraggio sulla sicurezza e sulla regolarità dei contratti è stato efficace e continuativo. Hanno ricordato la pervasività del caporalato ricordando le denunce anonime giunte loro e l'importanza di prevedere visite in cantiere dell'Ispettorato del lavoro e di dotare, d'ora in poi, gli operai e le maestranze di un tesserino badge di ingresso, dotato di foto.
Ho chiesto alla Prefettura di farsi carico dell'aggiornamento del Protocollo per i lavori ancora da terminare (60 milioni di opere pubbliche entro il 2019 e le opere private con la terza torre, entro il 2022) aumentando i controlli previsti rendendoli assolutamente più efficaci. All'assessore Maran ho chiesto di attivarsi per incontrare la proprietà alla luce delle questioni emerse. Sarà utile utilizzare l'esperienza maturata per stendere il protocollo che deve essere previsto per le aree ferroviarie dismesse. La disponibilità di Citylife c'è. Quindi proseguiamo!