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22 giugno 2025

I Piarulli a Rozzano. Possiamo parlarne? (Sesta puntata - Cosa accade a Rozzano)

La voce girava a Rozzano: "Uno dei tre che gestiscono il ristorante in Cascina Grande è un Piarulli". 
Ho avuto conferma sia fondata. Si tratta di Danilo, figlio di Michele Piarulli.
Michele, che ha finito di scontare la pena, è stato condannato a 24 anni e sei mesi di carcere per associazione mafiosa, perché al vertice, assieme al fratello Mario del clan Piarulli-Ferraro-Mastrangelo una delle articolazioni della Mafia Foggiana (La Quarta Mafia), ospite fissa nelle relazioni semestrali della Direzione Investigativa Antimafia. 
In quella pubblicata a fine maggio 2025 e relativa al 2024 il clan Piarulli viene descritto come ancora esistente, tra le consorterie mafiose riconducibili alle mafie foggiane, quello che dispone di una capacità finanziaria tale da riuscire a diversificare le operazioni di riciclaggio in molteplici attività economiche (gestione di sale ricevimento, alberghi, distributori di carburante, supermercati, autoparchi, aziende del settore agroalimentare).
Tre i soci della FERDIS srl, la società a cui il Presidente di AMA Giuseppe Coniglio aveva affidato la concessione per la ristorazione nella ex Cascina Zanoletti. Assieme ad Andrea Ferri, storico gestore, che possiede il 34%, nel febbraio 2022, entrano in società Claudio Malpasso e anche Danilo Piarulli. Entrambi con il 33%.
Cascina Grande è luogo simbolo per i rozzanesi. Luogo di storia e di cultura. Sede di una biblioteca e di uno spazio espositivo, un tempo riferimento per moltissimi amanti dell'arte che lì si recavano da tutta la Lombardia. Ma soprattutto Cascina Grande è un luogo pubblico. Di proprietà pubblica!
Nel contratto, sottoscritto con la Ferdis, ad agosto 2022, senza gara pubblica, viene dichiarato che veniva annullato il contenzioso in essere. 
Possiamo fermarci e riflettere. Ma soprattutto parlarne pubblicamente?
Qui non si parla di un’attività privata. Ma di un’attività privata in un luogo pubblico. Che ha un valore storico e culturale.
Possiamo chiederci come mai, ancora nel 2025, si parla del clan Piarulli?  
Possiamo organizzare in cascina Grande un’iniziativa proprio sulla Mafia Foggiana e la presenza a Rozzano dei vertici del clan di Cerignola? Possiamo, per esempio, organizzare la presentazione del libro di Antonio Laronga Procuratore aggiunto a Foggia, L’ascesa della Quarta Mafia pubblicato a ottobre 2024.
Possiamo fare un’iniziativa in ricordo di Michele Cianci, vittima innocente di mafia ucciso a Cerignola il 2 dicembre 1991?
Attenzione perché le colpe dei padri non devono ricadere sui figli. E neanche i soldi sporchi. Ci mancherebbe. Ma il silenzio in questi casi non è accettabile.
E se una persona con una storia così alle spalle, non fa il medico o il magazziniere, ma decide di partecipare come socio nella gestione della ristorazione, in un luogo di proprietà pubblica così importante, allora deve avere la forza di affrontare a viso aperto il passato della sua famiglia. Potrebbe essere anche molto utile.

Quinta puntata. Linkate poi le altre.

17 giugno 2025

Le elezioni a Rozzano: ne parliamo?

Forse ce l’ha fatta: Raimondo Nappa diventerà assessore al commercio a Rozzano. Il terzo più votato in assoluto nelle ultime elezioni comunali, è in attesa dell’ufficialità della decisione.
Operatore ecologico, dipendente della partecipata Area Sud di Rozzano dal 2019, un anno fa fu eletto, come primo della lista, in Italia Viva. Ma a lui, come assessore, fu preferita la seconda eletta Marilena Cartia. 
L’anno scorso Italia Viva aveva ottenuto ben l’8,31%, con 1357 voti di lista e ben 1445 voti di preferenza. Più di un voto di preferenza per ogni scheda. Un’enormità. Negli stessi giorni, l’8 e 9 giugno 2024, sempre Italia Viva, alle Europee, alleata con i Radicali, nella lista Stati Uniti d'Europa, aveva ottenuto solamente 495 voti. Per il Consiglio Comunale Nappa aveva ottenuto 163 voti. Il 25 e 26 maggio scorso a Rozzano si è votato nuovamente. Gianni Ferretti, l’ex sindaco, è morto a novembre scorso, per una grave malattia contro cui combatteva da anni.
Quest’anno Italia Viva non si è neppure presentata. Alcuni suoi iscritti si sono candidati nelle liste di appoggio al Centrosinistra, mentre solo un anno fa Italia Viva aveva convintamente sostenuto il padre dell’attuale sindaco, al fianco di Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia. 
E’ chiaro. Il voto alla lista era stato trainato dai candidati: Nappa, sicuramente, ma anche Cartia e Salvatore Lopreiato. E non solo. Sono 10 i candidati che da Italia Viva, sprezzanti delle decisioni dei vertici lombardi del partito, si sono candidati nel giugno 2025 in Alleanza per Rozzano. Dimostrando coerenza al contrario del partito per cui si erano candidati e che nel giro di pochi mesi aveva cambiato casacca, nonostante alla morte di Gianni Ferretti sia subentrato suo figlio, già assessore, in piena continuità.
Passato solamente un anno chiunque avrebbe immaginato che dopo un successo così significativo Italia Viva si ripresentasse. Nulla. Scomparsa. Perché? Io non ho risposte. Nessuno le ha date ufficialmente. Forse oggi è bene esigere delle risposte e parlarne apertamente, pubblicamente. 
A Rozzano parlare apertamente è comunque molto complicato. Due anni fa chiesi all’allora sindaco di valutare bene i contratti tra il Comune e la UGR, cooperativa di tipo B, fondata da Umberto Palomba, cognato di Nappa, dopo gli arresti avvenuti qualche settimana prima. Non mi pare nulla si sia detto pubblicamente. Qui al link trovate il testo di quel post. Dall’ottobre 2024 ad oggi, sono 17 gli affidamenti diretti del Comune di Rozzano a UGR così come si rileva dal sito istituzionale. L’amministrazione aveva preso in considerazione che UGR aveva offerto un lavoro, in permesso dal carcere, al coimputato di Palomba, Walter Pagani, detto Chicco. E che lui, mentre era dipendente di UGR fino alla sua morte, causata da un incidente stradale, era stato accusato di aver ripreso a spacciare a Rozzano? Avevano dialogato con chi aveva svolto l’indagine? Avevano chiesto in Prefettura? 
Oltre a questo mi piacerebbe che si parlasse, pubblicamente, dei soci che gestiscono la ristorazione in Cascina Grande. Storico e bellissimo monumento di Rozzano. Speriamo che con il nuovo Sindaco si abbia opportunità di parlarne. In Consiglio Comunale, come in piazza o sui social. L’importante è che sia pubblicamente. Io, comunque, ne riparlerò a breve.

26 marzo 2025

Banca Progetto uno squarcio su un mondo inquietante

Il 18 marzo 2025 dopo le inchieste per riciclaggio e infiltrazioni della criminalità organizzata (che stanno proseguendo), Banca d'Italia ha commissariato Banca Progetto, sciogliendo gli Organi con funzioni di amministrazione e controllo, comunicando che l'istituto «prosegue la propria attività, pertanto la clientela e i depositanti possono continuare ad operare con la consueta fiducia».

Ecco di seguito il timing di questa clamorosa storia che apre uno squarcio su un mondo parallelo inquietante.

  • Il 14 marzo 2023 viene emessa una sanzione amministrativa a Banca Progetto, ex 65 art. 62 del D.Lgs. 231/2007, pari a 100 mila euro, per mancato rispetto delle norme antiriciclaggio.
  • Il primo marzo 2024 Banca d’Italia richiama l'istituto di credito con sede in via Bocchetto a Milano, ad operare con urgenza misure correttive nel comparto antiriciclaggio.
  • Il 4 settembre 2024 il fondo Oaktree annuncia la cessione di Banca Progetto a Centerbridge Partners.
  • Il 22 ottobre 2024 viene disposta l’amministrazione giudiziaria nei confronti della società Banca Progetto S.p.A..
  • il 26 Febbraio 2025 Paolo Fiorentino si dimette da amministratore delegato di Banca Progetto.
  • Il 27 marzo 2025 il fondo di investimento Centerbridge intenta una causa in Inghilterra contro Oaktree,

Infine, nonostante i richiami e l'amministrazione giudiziaria, arriva il provvedimento di martedì scorso e il definitivo commissariamento.

Ricordiamo che nella misura di prevenzione dell'ottobre 2024 si evidenziava che "Banca Progetto S.p.A. sia stato uno strumento grazie al quale soggetti condannati, tra gli altri, per gravi delitti commessi con l'aggravante ex art. 416-bis1 c.p., ovvero al fine di agevolare l'attività dell'associazione mafiosa denominata ‘ndrangheta ed in particolare la “locale” di Legnano/Lonate Pozzolo e la cosca Tripodi di Vibo Valentia... hanno fatto liberamente accesso al credito peraltro garantito dallo Stato, eludendo le stringenti maglie della normativa antiriciclaggio".

Il tutto nasce da alcuni procedimenti penali che coinvolgono in particolare due persone: Enrico Barone condannato (Tribunale di Busto Arsizio, sentenza del 07.06.2024) alla pena di anni 11 di reclusione per diverse condotte di bancarotta fraudolenta con l’aggravante del metodo mafioso ex art. 416 bis1 c.p.1 e  Maurizio Ponzoni che ha patteggiato (non trovo a quanto) per i medesimi fatti con sentenza irrevocabile, di applicazione della pena del 28.12.2023. I due erano indagati, ai tempi della misura, per trasferimento fraudolento di valori, con aggravante ex art. 416 bis.1 c.p.. Ponzoni è stato anche sottoposto, a inizio aprile del 2024, alla misura di prevenzione personale e patrimoniale, con il contestuale sequestro di un compendio immobiliare del valore di diversi milioni di euro, detenuto anche per il tramite di società intestate alla propria compagna e a dei prestanome. 

Banca Progetto aveva dato ok per il tramite di diverse società riconducibili a Ponzoni, a importanti finanziamenti elargiti da Banca Progetto S.p.a., dal 2019 al 2023, per un ammontare quantificabile in circa 10 milioni di euro». 

Tra l'altro, nella misura viene scritto che l'arresto di Ponzoni e di Barone, a marzo 2023, riportato dagli organi di stampa, non ferma i finanziamenti a società a loro riconducibili: C.F.L. Costruzioni S.r.l. (il 31.05.2023 - € 2.500.000,00), Crocicchio S.r.l. (06.10.2023 - € 1.950.000,00), Givi S.r.l. (il 13.10.2023 - €. 500.000,00). 

Tra le posizioni sottoposte a disamina da parte dell’Uif è "individuabile una società il cui socio di maggioranza sarebbe stato coinvolto in indagini per gravi delitti (tra cui trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio e autoriciclaggio, tutti contemplati dall’art. 34 del Codice Antimafia). Trattasi della Dolce Nannini srl con sede a Monteriggioni (SI), alla quale nel luglio 2020 Banca Progetto ha concesso un mutuo garantito dal Fondo PMI di 495 mila euro". 

Il lettore attento di questo blog sa chi ha posseduto il capitale di Dolci Nannini Siena Srl in quegli anni. Proprio 8 mesi dopo il luglio 2020 con provvedimento di applicazione di misure cautelari reali, il 13 febbraio 2021, il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Siena avrebbe disposto il sequestro delle quote di Sielna Spa. Il 15 marzo successivo viene notificata alla Banca Progetto una richiesta di blocco somme dalla Guardia di Finanza in esecuzione di due decreti di sequestro preventivo emessi dal GIP. 

23 marzo 2025

Se il Titolare effettivo c'è

(articolo pubblicato da Fiscodiprossimità)

A partire dall'anno 2021, la Segreteria Generale ha richiesto alle diverse direzioni dell’amministrazione Comunale di Milano i dati sulle dichiarazioni del titolare effettivo ricevute da ciascun ufficio, come previsto da un modello operativo previsto nella sezione normativa allegata al Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e trasparenza (PTPCT) e ora al Piano Integrato di Attività e Organizzazione (PIAO).
La risposta è netta: non risultano casi in cui non sia stato dichiarato il titolare effettivo. Nessuno ha negato le informazioni al Comune, adeguandosi a quanto previsto dall’articolo 15 dell'allegato SUB A) PIAO 2025-2027.
Tutto a posto quindi? Si. Però stiamo attenti a pensare che se tutti dichiarano il proprio titolare effettivo la battaglia che abbiamo portato avanti per anni, forse, non era così utile. Perché l’ho sentito dire e non sono per nulla d’accordo.
Ricordiamoci la fatica che facemmo. All’inizio, si parla del 2018, in molti non erano convinti a intraprendere questo cammino di trasparenza e non tutti votarono l’ordine del giorno che diede inizio a questo percorso. Così disse Marco Dettori di Assimpredil a fine agosto: “Stiamo attenti a non appesantire l’attività amministrativa, che è già abbastanza complicata per gli operatori!”. ANAC si oppose due volte all’esclusione dall’aggiudicazione di un appalto a chi non avesse dichiarato il proprio titolare effettivo. Nel 2021, tre anni dopo, lo stesso principio venne previsto dalla disciplina europea che istituì il dispositivo per la ripresa e resilienza (regolamento UE/2021/241) e i destinatari di fondi e agli appaltatori interessati dall’attuazione di riforme e progetti nell’ambito dei piani nazionali furono obbligati a comunicare la titolarità effettiva pena l’esclusione.
Una volta avviato il nuovo corso ecco che ci si adatta. Ora abbiamo a disposizione molti dati e molto utili. Dobbiamo ricordare che il registro dei titolari effettivi in Italia non esiste ancora. E, per le Pubbliche Amministrazioni, se mai verrà alla luce, potrebbe essere accessibile solo a pagamento. Ora si attende la Corte Europea a cui il Consiglio di Stato ha posto sei diversi quesiti dopo il ricorso accolto in parte delle fiduciarie. Se Milano costruisse un data base accessibile dei titolari effettivi che da 4 anni vengono comunicati, sarebbe un fatto unico in Italia. Utilizzabile solo da Milano, ma estremamente efficace per tutelare la libera e sana concorrenza di mercato.
I titolari effettivi di cui parliamo sono persone, nome cognome, codice fiscale, che detengono almeno il 25% della società che ha vinto un appalto con il Comune, ha in essere una concessione, un partenariato pubblico/privato, sta ricevendo un finanziamento, un'autorizzazione commerciale per medie e grandi strutture di vendita o sottoscrive convenzioni urbanistiche. Per dover dichiarare la loro titolarità la quota soglia la possono detenere anche indirettamente, attraverso scatole cinesi, attraverso fiduciarie o trust, oppure attraverso patti parasociali.
Un data base, con tutti i titolari effettivi dichiarati a disposizione dell’ufficio che contrasta l’evasione dei tributi locali ed erariali e di quello che lavora per inviare dati e informazioni su operazioni sospette a rischio riciclaggio all’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) presso la Banca d’Italia, sarebbe fondamentale. Tra l’altro. È bene ricordare che negli ultimi tre anni (gli anni del post covid), solamente un’operazione sospetta è stata inviata alla UIF dal Comune di Milano. Troppo poco. Per chi ne ha fatte 26 dal 2014 e che come Amministrazione ha la responsabilità di trainare un'intera nazione nel contrasto al riciclaggio, un calo ingiustificato, da cui ripartire immediatamente.