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2 novembre 2019

Sportello racket usura, Laura Pedio rilancia: è utile ci sia

Dati non confortanti. Solamente 21 casi affrontati, di cui 9 non coerenti con gli obiettivi dello sportello. Era il 14 marzo 2019. L'assessore alla sicurezza Anna Scavuzzo, rispondendo ad una mia specifica domanda, esprimeva in aula la sua contrarietà alla prosecuzione tout court dello sportello previsto dal progetto Insieme si può per accogliere le vittime di usura e racket finanziato da Regione Lombardia. Chiuso a dicembre 2018 dopo 15 mesi di attività.
"Stiamo ragionando su un'azione di rilettura di tutti gli sportelli che afferiscono alla nostra attività", proseguì la vicesindaco, "Ho chiesto di poter avere i dati della Polizia di Stato rispetto alle segnalazioni su questi reati specifici perché credo che la formula vada cambiata. Nel senso che probabilmente non è quello il luogo adatto a far sì che le persone si sentano di andare a fare una denuncia di questo tipo perché forse troppo in mezzo ad altre realtà mentre invece andare in una sede di un commissariato o con un ufficiale preposto dentro una struttura diciamo meno frequentata forse può dare una copertura di garanzia maggiore".

Ora invece, Laura Pedio, procuratore aggiunto presso il Tribunale di Milano coordinatrice del VII dipartimento criminalità organizzata, sentita in commissione antimafia il 22 ottobre, rilancia:
"Dai dati pubblicati sul Bilancio sociale (91 reati iscritti nel 2018 a fronte dei 222 nel 2016) la domanda sorge spontanea: il reato di usura non esiste più ed è stato in qualche modo non dico debellato, ma fortemente ridimensionato, oppure è come un fiume carsico che in questo momento scorre sotto traccia?... Per la mia esperienza direi che è più la seconda delle due ipotesi". E aggiunge: "Lo sportello può essere un luogo dove più facilmente la vittima di usura può trovare un contesto nel quale decidersi ad avviare un percorso di denuncia e poi anche a sostenerlo. Sì il commissariato è sicuramente il luogo dove l'usurato può sentirsi rassicurato dalle forze dell'ordine, però il commissariato esaurisce la sua funzione la denuncia e all'attività investigativa poi finisce. Perché il commissariato lavora proprio in una sorta di trincea quindi avvia il procedimento fa le indagini e le chiude."
"Lo sportello deve essere immaginato come un luogo dove la persona vittima di usura può tornare anche negli anni, trovare un punto di riferimento costante che il commissariato non può rappresentare". Aggiungo che non solamente lo sportello può essere utile perché segue nel tempo le vittime, ma perché può aiutarle ad accedere ai fondi che la Prefettura gestisce e, nel caso delle vittime di estorsione, aiutarle a capire se vi sia reato, minaccia, intimidazione.
Tra l'altro, "L'usura è un reato di cui anche la vittima si vergogna prova un senso di imbarazzo nel dover dichiarare e ammettere di non essere riuscito comunque a provvedere alle esigenze sue o della famiglia o dell'azienda ed essere ricorso a questo tipo di prestito".
Comunque un dato e certo e la dottoressa Pedio l'ha ricordato: "Ad oggi denunce penali provenienti dagli sportelli (del Comune o di altre associazioni anche di categoria NdR) non ce ne sono perché però non vuol dire che non possano esserci né per il futuro in un'ottica di più stretta collaborazione..."

L'8 novembre 2015 a Palazzo Marino era stato siglato tra Comune e 'Ordine degli avvocati, il protocollo d'intesa per potenziare gli sportelli legali già presenti nelle nove zone del Decentramento e accogliere le vittime di racket e usura. Claudio Santarelli, delegato dall'ordine, il 2 luglio scorso, durante la seduta di commissione dedicata, ha rinnovato la loro disponibilità a proseguire sul tracciato che il Protocollo aveva indicato.

E allora proseguiamo. La spesa può essere minima, ma i risultati importanti. Fondamentale pubblicizzare i luoghi di ascolto (attualmente pochissimi sanno della loro esistenza), individuare una figura di coordinamento e avviare un diretto raccordo con la Procura.
Tenendo infine assolutamente conto che il Protocollo d'intesa per la prevenzione ed il contrasto dei fenomeni dell'usura e dell'estorsione nella provincia di Milano, firmato dal Comune di Milano il 30 luglio 2018, con Prefettura, ABI, Libera, Procura, Associazioni di Categoria, prevede due impegni che l'Amministrazione comunale di Milano si è assunta, ma che non ha ancora assolto:
  • l'istituzione assieme al Commissario Antiusura e Antiracket, Fondazione Welfare Ambrosiano, l'Associazione Antiusura Lombardia, la Fondazione Lombarda per la Prevenzione del Fenomeno dell'Usura e la Fondazione San Bernardino ONLUS dello Sportello Prevenzione Usura e sovraindebitamento delle famiglie;
  • proseguire l'esperienza d'intesa con la Prefettura di Milano del Tavolo di coordinamento tra gli sportelli esistenti nella Città Metropolitana che si occupano di sostegno e assistenza alle vittime di mafia, estorsione e usura, al fine di fornire all’Osservatorio Provinciale, istituito presso la Prefettura, "ogni utile elemento, ai fini della pianificazione di misure ed azioni preventive mirate". Dalla firma del Protocollo il tavolo non è stato ancora convocato.