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22 febbraio 2025

Ndrangheta e criminalità cinese, i rapporti si consolidano e non è più solo una sensazione

(Articolo pubblicato da Il Fatto online il 21 febbraio 2025)

I rapporti tra 'Ndrangheta e criminalità cinese si stanno consolidando? 
Proprio nei primi giorni di febbraio lo Scico, il Reparto della Guardia di Finanza contro la criminalità organizzata, in collaborazione con il Nucleo tributario di Brescia, ha smantellato una rete illegale legata alla ’Ndrangheta e ad alcune società cinesi, svelando una frode da 365 milioni di euro in fatture false e arrestando 12 persone. 
L'operazione, denominata in modo evocativo, Torre di contanti, non svela nulla di nuovo sulle modalità con cui oramai la ‘Ndrangheta ricicla e fa soldi, ma risulta particolarmente interessante perché nel sodalizio criminali ci sono anche soggetti cinesi.
Lo schema è sempre lo stesso. Società cartiere, questa volta con base a Brescia, riconducibili a uomini legati alla ‘Ndrangheta con il solito sistema delle false fatturazioni reciproche per prestazioni inesistenti, provvedevano a bonificare gli importi ricevuti ad altre società del sodalizio ma, questa volta, con base nella Repubblica popolare cinese. I cittadini cinesi, ma di stanza nella ormai famosa e modaiola Chinatown milanese, provvedevano poi a far rientrare le somme in Italia e a distribuirle fra i vari consociati.
Non è la prima volta che accade nei tempi recenti. 
Già nel 2023 la Gdf di Bologna, sempre di concerto con il proprio reparto specializzato in criminalità organizzata, aveva svelato un fitto rapporto tra 'ndrangheta e criminalità cinese finalizzato al riciclaggio dei proventi del narcotraffico. 
In tempi oramai lontani, analisti e studiosi avevano già lanciato l’allarme, spesso inascoltato, sull’organizzazione criminale cinese che sempre di più aveva ricalcato modalità di organizzazione familistiche e impenetrabili del tutto assimilabili a quelle della nostra ‘Ndrangheta. 
Il Procuratore di Milano, Marcello Viola, lo scorso 11 febbraio in Consiglio Comunale a Milano avvalora questa che, quindi, oramai è molto più di una mera sensazione. 
Viola descrive una nuova mafia silente e mercatista che si è internazionalizzata e globalizzata. Altamente specializzata in tema di riciclaggio, soprattutto dei proventi del narcotraffico, che rimane attività principale, adottando metodi di tale raffinatezza e complessità da rendere difficili le ricostruzioni attraverso le indagini. La 'ndrangheta, ha sottolineato, ha accentuato la sua vocazione imprenditoriale a tal punto che si è reso necessario che la DDA milanese si occupi anche di tutta una serie di reati finanziari caratterizzati dall'aggravante dell'agevolazione mafiosa. 
In Lombardia, sottolinea sempre Viola, agiscono sia tutte le mafie italiane, in primis la 'Ndrangheta, sia quelle comunemente definite nuove mafie, intendendosi quelle composte principalmente da stranieri, con metodi del tutto assimilabili a quelli delle organizzazioni criminali di tipo mafioso. Quella cinese viene citata esplicitamente.  


19 gennaio 2025

Hydra: arriva l'ok della Cassazione, primi tre arresti eseguiti

Arriva l'ok della Cassazione.
Primi tre arresti per l’inchiesta Hydra (Nucleo investigativo dei carabinieri e Pm della Dda Alessandra Cerreti). Al centro l'alleanza tra camorra, 'ndrangheta e cosa nostra in Lombardia. Il cosiddetto Sistema. 
Una querelle durata più di un anno, con 11 arresti (nessuno per 416 bis) ad ottobre 2023 su 154 richiesti da parte della Pm. Quindi il ricorso della Dda su 79 posizioni, 41 quelle accolte dal riesame.
Infine la Cassazione ieri l'altro: Gioacchino Amico, preso a Terrasini e ora in cella a Palermo, Pietro Mannino, portato nel carcere di Busto Arsizio, Vincenzo Senese già detenuto a Lecce.
Aldilà del percorso della Giustizia che possiamo definire logico, ma paradossale, e su cui non mi soffermo, la novità clamorosa non riguarda l'alleanza tra le tre organizzazioni, ma la presenza di Cosa Nostra e Camorra.
Dieci anni fa la Boccassini aveva dichiarato alla Summer School della Statale che solo per la 'ndrangheta si poteva applicare a Milano e in Lombardia il 416 bis.
Non è più così. Almeno per ora. Cosa Nostra è dai tempi dell'omicidio in via Palmanova di Alfio Trovato che non viene indagata qui, dalle nostre parti, per associazione mafiosa. Alcuni, per esempio Giuseppe Nastasi e Liborio Pace, arrestati per altri reati (reati tributari) avevano l'aggravante di avere favorito Cosa Nostra e alcune sue famiglie (famiglia mafiosa di Pietraperzia, Enna)
Mentre per la Camorra non ricordo arresti legati a questa organizzazione per 416 bis a Milano o in Lombardia.  Né Massimiliano Batti, né Vincenzo Guida. 
Il 24 gennaio prossimo la Cassazione esaminerà la posizione di Paolo Errante Parrino. Radicato da anni ad Abbiategrasso, dove è stato costretto al soggiorno obbligato dopo una condanna per mafia negli anni novanta. Gli investigatori di Hydra lo descrivono come appartenente a Cosa Nostra legato alla famiglia di Matteo Messina Denaro, mandamento di Castelvetrano.  

12 gennaio 2025

Ass. Familiari Vittime di Stragi: Ddl Sicurezza? Art. 31 è pericolo per la democrazia

Numerose Associazioni di familiari di vittime di mafia e terrorismo e singoli familiari di vittime esprimono forte preoccupazione, ed anche indignazione, per quanto proposto all'articolo 31 del ddl sicurezza attualmente in discussione in Parlamento

In un paese che non ha ancora superato le cicatrici provocate da stragi, omicidi, attentati, depistaggi, dossieraggi, golpe tentati, progetti eversivi e altre fenomenologie criminali della stessa specie, che sono stati immancabilmente accompagnati da responsabilità non solo morali e spesso processualmente accertate di esponenti degli apparati di sicurezza, il solo pensiero di fornire ancora più poteri a tale personale, ivi compreso il potere di delinquere, pare non solo una offesa alla Costituzione repubblicana ma anche eversivo. 

La storia, anche quella giudiziaria, ci segnala la presenza di uomini degli apparati di polizia o di sicurezza in pressoché tutte le stragi che hanno insanguinato l'Italia (o nei depistaggi che ne sono stati il séguito), a partire da Portella della Ginestra e a seguire tutte le altre, Peteano, Brescia piazza della Loggia, Milano piazza Fontana, Bologna stazione centrale, Italicus, rapido 904, Capaci, Palermo via d'Amelio, Bologna Pilastro, Firenze via dei Georgofili, Roma basilica san Giovanni e basilica san Giorgio al Velabro, Milano via Palestro. 

E poi omicidi, tanti, troppi, da Peppino Impastato a Nino Agostino, da Umberto Mormile ad Attilio Manca, da Antonino Scopelliti a Bruno Caccia, da Carlo Alberto Dalla Chiesa a Mauro Rostagno, e non basterebbe una pagina per proseguire ricordandoli tutti. 

In tutte queste azioni, in tutti questi misfatti, e nel loro séguito compaiono uomini dei servizi, pressoché sempre. Per cancellare prove, per inquinarle, manipolarle, depistare, oscurare e mascariare la verità. SEMPRE! 

10 gennaio 2025

Silenziosa e impenetrabile. La mafia cinese cresce nell'omertà (articolo pubblicato su Antimafiaduemila il 5 gennaio 2025)

Sono le 22 e 40 del 5 ottobre 2024. Siamo su una Audi A3, in uso a Bing Zhou nato in Cina nel 1984, e residente a Milano, in via Sarpi. Ora a San Vittore, arrestato come mandante di un triplice omicidio. 
Le cimici piazzate dai Carabinieri del comando provinciale di Milano, intercettano una conversazione. Una tra le tante. 
Uomo, ridendo: “Il posto dell'incendio sono morte tre persone?” 
Bing Zhou: “Si”
Uomo: “Si trova vicino qua?” 
Bing Zhou: “… vicino al civico 3 (di Via Cantoni, ndr)
Era la tarda serata del 12 settembre dello scorso anno. Intorno alle ore 23.00. Un incendio doloso divampa all'interno del locale showroom con insegna "Wang", in via Ermenegildo Cantoni 3, a Milano, sede della ditta individuale Li Junjun. All'interno dello stabile durante le operazioni di spegnimento vengono rinvenuti i corpi senza vita di tre giovanissimi ragazzi, Dong Yindan (nata nel 2005), Liu Yinjie (nato nel 2006) e Pan An (nato nel 2000). 
L’Uomo seduto di fianco al posto di guida insiste: “Sicuramente ha dato fuoco versando la benzina. Come mai le persone non riuscivano a scappare? è strano… ”
Bing Zhou: “Non mi frega un cazzo! Sicuramente perché la porta era chiusa con la chiave, hai capito? Erano chiusi dentro!” 
La conversazione poi vira. Sulla droga. 
Emerge che Bing Zhou è amico di un latitante, in Cina, leader di un gruppo che spaccia a Milano ecstasy, ketamina e shaboo. Un uomo, a detta loro, importante nell'ambito della malavita. Nel giro delle loro conoscenze e nel corso del dialogo, compare anche un altro uomo, un broker di sostanze illegali, originario di Wen Cheng, (località della provincia di Zhe Jiang). Pare che “nessuno” abbia “il coraggio di sfidarlo (in Toscana, ndr)". Risponde l’uomo. 
Bing Zhou ha un coindagato, Yijie Yao, arrestato anche lui come mandante dell’incendio, erano anche “soci in affari di droga” e il secondo aveva un debito di 80 mila euro nei confronti del primo, debito scaturito per una partita di droga non pagata. Bing Zhou fu tratto in arresto qualche anno fa e Yijie Yao "approfittò" di tale circostanza, così dice l’ordinanza di custodia cautelare, per non saldare il suo debito, decidendo di smerciare comunque la merce. 
Ricapitolando: giro d’affari lecito, nel Nord Italia, dal Friuli alla Lombardia, fatto di edilizia e ristrutturazioni. L’estorsione per un presunto debito. Quindi l’incendio, assoldando un uomo, definito da loro, “Il pazzo”, giunto per l’occasione dall’Olanda. E poi tanta droga. Questo è il quadro che si delinea attorno alla morte dei tre giovani. 
Un fatto criminale gravissimo. Uno dei più gravi. Non ne ricordo, a Milano, negli ultimi trent’anni uno analogo. Declassato come evento secondario.