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18 maggio 2008

L'emergenza sicurezza a Napoli sono I Rom. E sì. Dicono proprio così

Passa in secondo piano l'assasinio di Domenico Noviello, 65enne, ucciso il 16 maggio in un agguato a Castelvolturno. Originario di San Cipriano d'Aversa, Noviello era titolare di una scuola guida e in passato aveva denunciato un tentativo di estorsione da parte di Domenico Bidognetti, camorrista pentito a cui, 15 giorni fa hanno ucciso il padre per ritorsione.
La questione sicurezza a Napoli sono i Rom.
E parliamo dei Rom. O meglio, smettiamo di dare delle etichette spesso fuori luogo. Parliamo di quelle persone che oramai da alcuni anni, senza una politica seria di integrazione, hanno creato le favelas a Napoli, Roma, Milano. Pensavamo fosse un problema di Nairobi o di Salvador de Bahia. No è anche nostro.
Io partirei proprio da qui. Dal problema sicurezza che la povertà, lo stato di indigenza, la sottocultura ha sempre causato. Danneggiando soprattutto altri poveri: chi vive nelle periferie, nelle case di edilizia residenziale pubblica. Non è possibile che anche a Milano ci siano le Favelas. Non possiamo accettarlo. Allora che si fa?
Chi si definisce di sinistra, ma oserei dire, chi si professa cattolico, sa che non può terminare il discorso chiedendo le espulsioni, chiedendo che se ne tornino in Romania. Che è quello il paese che si deve occupare della loro povertà. Noi ci occupiamo della nostra.
E' importante smantellare i campi abusivi. Non permettere che ci siano situazioni indegne per un paese civile e bisogna proporre iniziative di integrazione. Cosa è stato fatto: il patto di legalità, e poi? Ora verrà abolita l'Ici. Nel frattempo la Regione ha aumentato anche del 70% i contratti di affito nelle proprie case di edilizia residenziale, anche per chi vive in condizioni di degrado architettonico terrificante. E sono proprio gli abitanti dei quartieri popolari le scuole pubbliche di periferia che sostengono le politiche di integrazione della città, senza mezzi economici e spesso culturali.Ma veramente stiamo immaginando di poter rimanere fuori da questa rivoluzione migratoria? Ma davvero pensiamo che senza intaccare il nostro tenore di vita riusciremo ad avere una seria ridistribuzione delle ricchezze del pianeta che ci terrà lontani gli storpi dagli angoli delle strade? Ci siamo dentro e non ancora fino al collo.