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2 agosto 2010

Milano Ristorazione: i nodi vengono al pettine

“Nel corso del 2007 la Società ha vinto la gara per la fornitura dei servizi di ristorazione dell’edizione di Saragozza. Nel 2008 ha gestito 5 bar, un ristorante self service e un ristorante “fast food all’italiana” impiegando 200 lavoratori, di cui 160 spagnoli e servendo in un mese 40 mila caffè, 15 mila pizze, 7500 piadine oltre a lasagne, cotolette, risotti, pasta con il pesto e panini. Anche se non vantaggiosa dal punto di vista economico, l’esperienza è stata certamente positiva e consentirà a Milano Ristorazione di poter svolgere con maggiore competenza il proprio ruolo in occasione della manifestazione milanese”. Così si legge sul bilancio pubblicato l’anno scorso da Milano Ristorazione.
Vincere una gara e perdere 1.210.252 €. Abbiamo imparato bene come non si fa. Complimenti. Un bell'insegnamento per il 2015. Un’esperienza che richiedeva, da parte dell’Amministrazione, una presa di posizione che portasse al cambio della dirigenza della società partecipata. Così non è stato.
Si scopre oggi che si sono acquistate per gestire l’Expo 2008 attrezzature per 729.000 €, le abbiamo riportate in Italia spendendo altri 18.000 € e qui sono state immagazzinate pensando che prima o poi qualcuno le chiederà in noleggio. O magari con l’idea di utilizzarle tra 5 anni, spolverandole un po’. E poi la bella pensata di affittare un capannone per produrre il pane direttamente senza acquistarlo: 150.000 € all’anno per affittare l’ex stabilimento della Albapan. Il fabbricato è in affitto, è stato completamente ristrutturato si sono acquistati macchinari totalmente nuovi. 25.000 € di spurghi all’anno per smaltire le acque tecniche.
Con quali benefici per le famiglie milanesi? Non si sanno.
Vogliamo poi parlare del nuovo (primo) centro cottura coronerà l’obbiettivo di trasformare l’attuale servizio di refezione scolastica chiudendo molti piccoli centri cucina, accentrando la produzione e aumentando quello che incide di più sulla qualità, ovvero il trasportato, a discapito di una cucina più “casalinga”? Il nuovo centro produrrà 10.000 è più pasti con sistemi altamente industrializzati. I tempi di costruzione non sono stati rispettati, il centro doveva aprire nei primi mesi del 2010. Per la sola ristrutturazione degli spazi dati gratuitamente dal Comune di Milano, verranno spesi 14.800.000 €, compresi 2.596.000 € di “lavorazioni aggiuntive” che hanno fatto lievitare la somma iniziale 12.276.000 €. Ma come recupereremo questi 15 milioni di €? Non in qualità che di fatto peggiorerà. Risparmieremo in trasporti? Non mi pare possibile. In personale: non scherziamo.
Nell’interrogazione presentata il 21 maggio lo si chiede espressamente. Non è stata data risposta. Incalzeremo. L’assunzione dei figli dei Dirigenti è la ciliegina sulla torta di una gestione che non ha nulla di economico.
Ma è possibile che nessuno paghi per sprechi e assunzioni del tutto improprie per una società partecipata del Comune?
Il buon professor Carruba rimane nel Consiglio di Amministrazione. Il nuovo Presidente Predolin, dopo aver lasciato Sogemi con 2.300.000 € di rosso entra in Milano Ristorazione con tante belle promesse. E la dirigenza? Nulla. Intoccabile. Ricordiamoci che per effetto della manovrina di dicembre 2008 sulle tariffe delle mense, ben 800.000 € sono state chieste alle famiglie milanesi per migliorare i conti di Milano Ristorazione.