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25 luglio 2011

Commissione Antimafia: il primato della politica a Palazzo Marino

La commissione antimafia stenta a decollare.
Sono direttamente coinvolto nell'argomento. Il gruppo del Partito Democratico mi ha indicato come possibile presidente, anche Giulio Cavalli e Mirko Mazzali, hanno fatto il mio nome. Sono contento, fiero, preoccupato, ma determinato a far bene. Nel programma di Pisapia il progetto é molto chiaro: Strumento istituzionale che, grazie al supporto e all'intervento di esperti, vigila e controlla sulle attività dell’amministrazione comunale, degli enti e delle società sottoposti al controllo del Comune.
Una Commissione che richiama la politica al proprio ruolo. Vuol comunicare alla città che la mafia, la 'ndrangheta, prosperano, e sono un problema della città al pari del traffico, dell'inquinamento. Intendiamo combatterlo e l'istituzione più rappresentativa della città si dota di uno strumento che avrà il preciso obiettivo di conoscere il fenomeno e quanto radicato esso sia, ma soprattutto redigerà documenti e proposte, su appalti pubblici, lavori di edilizia privata, parcheggi, licenze, beni confiscati, percorsi didattici e pedagogici nelle scuole, protocolli, banche dati, assegnazione di lavori e di consulenze, regolamenti, appalti e assunzioni nelle aziende partecipate, lotta al riciclaggio, sostegno alle vittime del racket e dell'usura.
Compiti vasti, diversi, tutti importanti.
Una delle prime riunioni la vorrei dedicare all'applicazione del protocollo sulla sicurezza e sulla legalità firmato da Stanca ex amministratore delegato della società Expo nella convenzione stipulata per i lavori di MM4 e MM5. Vorrei audire il prefetto per capire con quali criteri stanno redigendo la White list delle aziende che lavoreranno per Expo 2015 e inviterei il presidente della società sportiva MILANO SPORTIVA A.S.D. che gestisce il "Centro Sportivo Iseo", sito in Milano in via Iseo nr. 6, di proprietà comunale. Gli chiederei come mai il Gip, che firma l'ordinanza di custodia cautelare di metà marzo 2011, contro il clan Flachi, scrive: Qui di seguito sono riportate una serie di conversazioni che attestano come il gruppo Flachi eserciti il controllo totale su tutte le attività del centro.
Perché, che ruolo avevano i Flachi, come mai non sapevano dei loro trascorsi, come mai potevano decidere chi gestiva i Catering e far assumere persone nel bar del centro sportivo? Come mai un socio dei Flachi si adopera per far togliere querela contro il vice Presidente del Centro sportivo? E se le risposte non fossero convincenti, chiederei al Comune di rescindere la convenzione per l'utilizzo dell'area.
Sono pienamente convinto che nella lotta alla mafia ognuno debba svolgere il proprio ruolo. Il magistrato, il poliziotto, il vigile. L'insegnante e il bibliotecario, l'Assimpredil e il singolo professionista: architetto, geometra o idraulico che sia.
L'Unione del Commercio e il panettiere all'angolo. Il Consiglio comunale.
È per questo che non ha senso ed é contraddittorio che, nel momento in cui si sceglie di istituire la Commissione, la si deleghi ad altri. Ad un esterno. Non riconoscendosi in grado di gestirla. Questa è una possibilità che da alcuni è stata richiamata. Il nome fatto è di assoluto prestigio e garanzia per il buon funzionamento e l'efficacia del lavoro: Nando dalla Chiesa.
Ma ripeto, che significato devastante emergerebbe da questa scelta: il consiglio comunale non è in grado di presiederla.
La politica che si sfiducia, delegando ad altri il proprio compito.
Badate bene. Sarebbe diverso se fosse Pisapia a nominare un pool di esperti.
Paragoniamo ancora l'antimafia al traffico. Giusto che Pisapia nomini un assessore. Sarebbe assurdo che il Consiglio comunale luogo di massima rappresentanza della città decidesse di far presiedere la commissione consiliare competente ad un esterno, un architetto trasportista non eletto in Consiglio comunale.
Al momento la proposta che io sostengo e ho sempre sostenuto dal momento in cui la si è immaginata è quella di una Commissione consiliare al pari delle altre.
Una volta istituita si individueranno alcune persone che verranno invitate permanentemente a partecipare ai lavori della commissione. Persone di comprovata competenza, appartenenti al mondo dell’università e dell’associazionismo, impegnate, anche a titolo volontaristico, nella educazione alla legalità, nell’antimafia sociale, nell’utilizzo dei beni confiscati, nella conoscenza e quotidiana contrapposizione al fenomeno mafioso e al suo radicamento nel territorio milanese.
La mia idea di commissione antimafia prevede anche la presenza di un Comitato tecnico scientifico che aiuti la commissione a darsi un piano di lavoro annuale, suggerisca le audizioni e le emergenze, supervisioni la redazione di documenti. Cinque, sette persone al massimo, di comprovata competenza, appartenenti al mondo accademico, dell’associazionismo e, se possibile, della magistratura e delle forze dell’ordine.
Non sono assolutamente d'accordo con la proposta della doppia commissione: quella composta da tecnici e quella composta dai politici. Proposta emersa in diverse interviste sul tema. Non si riesce ancora a capire quali temi affronterebbe la prima e quali la seconda e si rischierebbe di avere una commissione di serie A e una di serie B.
Se emergesse una proposta del genere non darei la mia disponibilità a presiederla.