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5 ottobre 2012

Audizione del Comitato per lo studio e la promozione di attività finalizzate al constrasto dei fenomeni di stampo mafioso in relazione al contenuto della prima relazione semestrale presentata al Sindaco il 31 luglio 2012

Sono intervenuti nell'ambito della commissione del 5 ottobre, l'arch. Luca Beltrami Gadola, il prof. Nando Dalla Chiesa e l'avv. Umberto Ambrosoli, componenti del comitato per lo studio e la promozione di attività finalizzate al contrasto dei fenomeni di stampo mafioso, per presentarci il primo report che hanno pubblicato a fine luglio e presentato il 31 luglio 2012 al sindaco di Milano.
Incontro che ha avuto lo scopo di entrare nel merito dei contenuti che hanno espresso, al fine di condividerli ed eventualmente capire se sia possibile adottare delle sinergie con la commissione utili a far si che i suggerimenti espressi dal comitato possano poi essere raccolti dall’amministrazione comunale in tempi rapidi e in modo efficace.

Il rapporto presentato dal prof. Nando Dalla Chiesa, vuole essere il primo punto di un lavoro di ricognizione, di analisi, delle tipologie di presenza delle organizzazioni mafiose a Milano, e vuole indicare i punti di maggiore vulnerabilità, di maggiore sensibilità della città e nel contempo si prefigge di fornire dei suggerimenti che possano orientare l’amministrazione cittadina nel contrasto della presenza e della penetrazione mafiosa. 

Tre i messaggi principali che si vogliono evidenziare: l’aggressione in corso, la necessità di organizzare controlli stabili, sensati, efficaci e penetranti, e la possibilità di partecipare a questo conflitto impegnando una parte della città di Milano e la cittadinanza milanese.
  1. C’è indubbiamente una aggressività nei confronti della città come anche dell’amministrazione, da parte di organizzazioni mafiose che pensano di avere il diritto di contendere il controllo del territorio. Nel rapporto si fa riferimento specifico al fenomeno degli incendi a Milano che rappresentano una spia importante del fenomeno. Non sono frutto di gesti vandalici, non costituiscono casi ed episodi isolati e scollegati, in quanto, anche se apparentemente possono sembrare scollegati tra di loro, la volontà che esiste alle spalle di questi episodi rispecchia la presenza del medesimo tipo di struttura: una struttura di tipo ‘ndranghetista, con possibilità che agiscano anche altre organizzazioni criminali, come Cosa nostra, che anche se non sono particolarmente presenti nell’hinterland milanese, nella città di Milano hanno degli interessi che sono piuttosto consistenti. Il messaggio che le organizzazioni criminali vogliono trasmettere è proprio questo: ci sono, non recedono perché l’amministrazione annuncia di volerle combattere. 
  2. La necessità di organizzare controlli stabili, sensati, efficaci e penetranti. Controlli organizzati con strutture di interforze, selezionate sia dal punto di vista professionale che dal punto di vista etico, che coprano tutte le 24 ore. Basta vedere le grandi aree fuori Milano, in cui avviene lo scambio tra terra buona e rifiuti tossici, senza che nessuno faccia controlli a camion che transitano di continuo. Questa potrebbe essere una forma di impegno che l’amministrazione si dovrebbe prendere insieme alle altre autorità che operano su Milano e su questo potrebbe esserci sinergia tra commissione e comitato affinché da più parti si faccia sentire la voce e la richiesta non rimanga una indicazione su carta. 
  3. Lo sviluppo di movimenti di sensibilità, di partecipazione antimafia che ci sono a Milano in questo momento e che possono essere un’importante risorsa. Il sindaco più volte ha chiesto di valorizzare l’antimafia sociale che sta assumendo una densità, un radicamento, una estensione, anche una consapevolezza finora sconosciuta. Quello che si è potuto notare è che questo movimento ha assunto delle forme importanti, che possono rivelarsi anche di sostegno all’azione amministrativa. Basti ricordare quello che è accaduto con il sostegno delle studentesse liceali alla figlia di Lea Garofalo durante il processo; oppure la stessa reazione che c’è stata nel momento della riapertura del furgone di vendita dei panini davanti a via Celoria: reazione probabilmente inaspettata da parte di chi ha compiuto l’incendio. 
L'immagine che offre ora Milano è quella di un panorama a due facce: da una parte c'è una città che è cresciuta molto nell’antimafia, dall'altra una città in cui le organizzazioni hanno deciso di giocarsi una partita importante.
Infine è stato segnalato un aspetto molto interessante: il riciclaggio a Milano avviene in misura molto più ampia che nella media nazionale, sugli alberghi e sulla ristorazione. Questo fatto è probabilmente legato sia al valore che hanno questi settori imprenditoriali, economici nella città, sia perché sono luoghi in cui c’è grande promiscuità, grande movimento, grande scambio di incontri e di relazioni, attraverso i quali si può esercitare un controllo del territorio.

Alcune mie considerazioni.

La prima riguarda la sollecitazione del comitato sul tema del riciclaggio, che vede da un lato il tema dei luoghi, quindi gli alberghi, la ristorazione, le gelaterie, dall'altro la necessità di trovare strumenti utili affinché l’amministrazione comunale possa porsi come protagonista nella prevenzione al riciclaggio e nella segnalazione di rischio.
Personalmente mi preoccupa il piano di ricezione dell’amministrazione comunale del Comune di Milano rispetto ad Expo. Abbiamo in mente di ospitare milioni di persone, ma non mi pare ci sia al momento un serio e dettagliato piano nell'ambito della ricezione. Il tema che la commissione potrebbe affrontare è quindi quello di capire come ci si attrezzerà quali alberghi verranno costruiti, quali ambiti del terziario verranno trasformati in strutture alberghiere perché il rischio che si corre è che nell'emergenza le regole siano poche e magari possano venire dribblate; sollecitare quindi sia l’assessore all’urbanistica sia l’assessorato al commercio per capire quali passaggi hanno intenzione di fare da qui ai prossimi mesi.
Per quanto invece concerne le modalità che l'amministrazione comunale potrebbe adottare per diventare protagonista nella prevenzione al riciclaggio e nella segnalazione del rischio, come commissione il percorso è già stato avviato e con il comitato si potrebbe instaurare una sinergia importante e forte: come commissione abbiamo recepito la proposta di Mario Turla consulente delle banche, in una seduta di luglio, e la sua proposta era già stata da me accolta e rimbalzata agli organismi di coordinamento nazionale di Avviso Pubblico che ne hanno fatto una buona prassi da esportare in diversi comuni associati ad Avviso Pubblico.
Abbiamo anche avuto settimana scorsa un incontro con la dr.ssa Barbaini della Procura e il dr. Mainardi della Banca di Italia che ci hanno sostenuto in questo percorso e hanno voluto sottolineare che è obbligo dell’amministrazione alla luce di ciò che prescrive la legge 231 del 2007, dotarsi di un meccanismo utile ad avviare la procedura di segnalazione del rischio.
La seconda questione che pone il comitato verte sulla trasparenza, e trova una sua possibile risoluzione nella proposta del "Garante della trasparenza". Ruolo e organismo che potrebbe essere utile ai fini della corretta gestione del Whistleblowing, procedura adottata dalla commissione, che prevede il sostegno delle segnalazioni anonime da parte dei dipendenti pubblici, per comportamenti a rischio reato.
Come ha richiamato l’arch. Luca Beltrami Gadola anche l’associazione Itaca richiama all’obbligo di legge di individuare e indicare i nomi delle aziende che hanno subcontratti o sub affidamenti o subappalti all’interno di appalti pubblici. E se ora ciò non avviene sarebbe importante avvenisse sia per quel controllo utile a chi partecipa alla gara ma anche per chi cittadino responsabile voglia vigilare su di esso.
Altri gli argomenti che sarebbe interessante approfondire e condividere con il comitato al fine di avviare un confronto e un’alleanza nell’interlocuzione con l’amministrazione pubblica. Temi quali il Codice etico, il whistleblowing, l'apertura dello sportello di ascolto per le vittime del racket e dell’usura, iniziative che come commissione abbiamo portato avanti e sui quali mi sembra importante si studi una strategia comune per far si che queste proposte possano essere fatte proprie dall’amministrazione in tempi brevi