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22 novembre 2015

Expo e interessi mafiosi: ripartono i controlli. Ora con lo smantellamento attenzione doppia contro le aziende in odor di mafia

Con la seduta di venerdì scorso, 20 novembre, durante la quale abbiamo audito l'ingegner Molaioni, responsabile del Protocollo di Legalità dei cantieri Expo, è stata ribadita la linea che Expo SPA e Prefettura hanno avviato in fase di costruzione. Se durante lo smantellamento dei padiglioni, uno dei paesi stranieri, che non hanno sottoscritto il protocollo di legalità, sottoscrivesse un contratto con un'azienda che la Prefettura ritenesse degna di interdittiva antimafia, allora Expo sospenderebbe i pass di accesso all'azienda e avvierebbe l'intelocuzione con il commissario generale di quel paese, per convincerlo a rescindere il contratto. Per ora, nella fase di costruzione, così è stato. E i commissari hanno accettato. Nel caso invece, ora, non fossero disposte, Molaioni ha risposto prontamente: "Credo proprio manterremo sospesi i pass". Ottimo! La posizione deve essere chiara sin dall’inizio. Sono 53 i paesi che hanno sottoscritto i contratti di partecipazione ad Expo Milano 2015 e che ora dovranno decidere cosa fare dei padiglioni cosiddetti Self Built. Expo dovrà sovraintendere unicamente alla rimozione delle strutture temporanee, le unità di servizio, i bagni, due dei padiglioni partner perché noleggiati. Ad Arexpo toccano le infrastrutture le vele sul Decumano e i cluster.
Ad oggi avevano manifestato formale adesione al protocollo di legalità solo sei paesi (Francia, Svizzera, Principato di Monaco, Estonia, Moldavia, Ungheria). Venti sono i paesi che hanno comunicato la volontà di non aderire. A cinque aziende che operavano presso i padiglioni Expo di paesi stranieri, paesi che avevano comunque dichiarato la loro volontà a non sottoscrivere il protocollo, è stato impedito di ottenere i badge di ingresso all'area del sito. Successivamente tutti avevano accettato di rescindere il contratto con le aziende in “odor di mafia”. La vigilanza ai varchi rimarrà quella effettuata prima dell'inizio di Expo con il riconoscimento del viso abbinato al badge. La società Expo darà 15 giorni di tempo ai padiglioni più piccoli e 20-25 a quelli più grandi per concludere la prima fase della dismissione degli arredi. Poi inizierà lo smontaggio vero e proprio: 500-600 operai all’inizio, che da gennaio diventeranno 1500-2000. Tutti finora hanno dichiarato di voler concludere l’intervento di smontaggio entro marzo.