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10 maggio 2016

Perché il Piano anticorruzione di Milano è all'avanguardia

Tra gli obiettivi raggiunti in tema di prevenzione alla corruzione ne sottolineo uno che considero di grande importanza: il numero di riserve accolte, che nel 2015 è risultato pari a zero.
Le riserve sono le contestazioni dell'impresa esecutrice di un appalto ed hanno per oggetto ogni fatto che produce una maggiore spesa per l'esecuzione delle opere, per diversi motivi (ritardi nella consegna aree, sorprese legate a bonifiche non previste).
Nel 2001, anno orribile, le riserve accolte sono risultate di un valore pari a 60 milioni di euro, determinando così costi aggiuntivi per la Pubblica Amministrazione in quanto non previsti dai contratti di gara.
Per riuscire ad azzerare le riserve risulta fondamentale, come scritto nel Piano Anticorruzione, determinare le analisi dello stato di fatto delle aree oggetto dei lavori, prima della definizione del bando di gara. Questo preclude al privato ogni possibilità di inserire in corso d'opera costi aggiuntivi, utili a recuperare eventuali ribassi d'asta eccessivi proposti in fase di gara.
Inoltre per valutare le richieste avanzate da chi esegue i lavori, nel Piano Anticorruzione, è previsto che vi sia una commissione che si configuri come organo esterno e terzo a sostegno del Responsabile Unico di Procedimento, in modo da evitare il più possibile l'isolamento o il rapporto uno a uno.
Il rischio di corruzione si annida inoltre ed in maniera concreta nella fase di esecuzione dell'appalto, dove il rapporto tra Rup (Responsabile unico di procedimento) e Direttore dei Lavori e l'appaltatore, si connota come un rapporto di natura privatistica, sottratto alle regole di pubblicità per la tipologia di attività e per i controlli che vengono svolti nell'ambito dell'accesso al cantiere.

Abbiamo capito molto del ruolo che riveste il Direttori dei Lavori grazie alle inchieste che hanno coinvolto Ercole Incalza e Stefano Perrotti, in relazione ai fatti corruttivi o presunti tali, all'interno di alcune grandi opere. Il Direttore dei lavori è infatti la figura centrale a garanzia della stazione appaltante, colui che presenzia in cantiere, costantemente sotto pressione per ogni singola vicenda che lì accade, per ogni singola riserva che l’azienda propone o variante in corso d'opera.
All'articolo 48 del Piano triennale anticorruzione del Comune viene prescritto che, nella fase di esecuzione dei lavori pubblici al fine di non rendere continuativi i contatti tra uno stesso Direttore lavori e le Imprese appaltatrici, si prevederà che un Direttore dei lavori, ove possibile, non possa dirigere più di 2 interventi con la medesima Ditta nell'arco di un triennio. Nel caso fosse necessario acquisire le competenze all'esterno allora sarà fondamentale applicare quanto scritto nella delibera di Giunta 2569 del 20 dicembre 2013 (Codice di comportamento del Comune di Milano): il Direttore dei Lavori, dovrà essere selezionato tra una rosa, alla quale verrà chiesta una dichiarazione di indipendenza del direttore dei lavori/responsabile del procedimento/procuratore nei confronti della ditta affidataria del servizio/lavoro di riferimento. Nella delibera viene anche prescritto che chi svolgerà gli incarichi di cui sopra non concluda accordi o negozi ovvero stipulazioni di contratti a titolo privato, nei due anni successivi dal momento in cui svolge il lavoro per la stazione appaltante.

E ancora il Whistleblowing, procedura di prevenzione di fatti corruttivi proposta da Transparency International Italia e rilanciata dalla Commissione antimafia, inserita anch'essa nel Piano Anticorruzione.
Milano primo, e per ora ancora unico, comune di Italia ad applicarla con un metodo che offre garanzie eccezionali a tutela sia del bene pubblico che del segnalante.
La procedura prevede una piattaforma informatica nell'Intranet del Comune di Milano attraverso la quale, tutti i dipendenti pubblici possono segnalare fatti su cui bisogna porre attenzione: comportamenti a rischio reato, non in linea con le procedure interne o con il codice di comportamento dei dipendenti pubblici.
Un Organismo di Garanzia che accoglie le segnalazioni e, quando queste sono circostanziate, e di interesse pubblico, avvia le indagini interne per valutarne la portata e stabilire quali azioni intraprendere laddove siano sostenute dall'evidenza di testimonianze o fatti. I componenti dell'organismo (il cui presidente è scelto tra i rappresentanti esterni all'Amministrazione) durano in carica tre anni, godono di stima e riconoscibilità pubblica ed hanno anche un ruolo di grande prestigio: Roberto Montà (Sindaco di Grugliasco, presidente di Avviso pubblico), Virginio Carnevali (presidente di Transparency Italia) e Mariangela Zaccaria (vice segretario Generale del Comune di Milano). L'Organismo, dopo essersi dotato di regolamento e procedure, entro un mese dalla sua costituzione ha messo online l'accesso alle segnalazioni. L'anonimato del segnalante viene tutelato per evitare che sia oggetto di mobbing, demansionamento, trasferimento e l'accesso alla piattaforma è reso irrintracciabile.
Dall’attivazione della piattaforma (19 gennaio 2015), ad oggi sono pervenute n. 12 segnalazioni.
Il dato può ritenersi soddisfacente considerando che l’applicativo di Transparency International Capitolo Italia ha ricevuto 95 segnalazioni da tutta Italia in 6 mesi. Le segnalazioni non sono state caratterizzate da intenzioni delatorie e presentano le caratteristiche fondanti del whistleblowing, ovvero, la buona fede del segnalante e il perseguimento dell’interesse pubblico nel trasmettere la segnalazione stessa.

In merito alla certificazione antimafia e ai subappalti, nel nostro piano anticorruzione, è previsto che l'ufficio preposto alla valutazione dell'istanza di subappalto proceda a controllare le dichiarazioni rese da tutti i subappaltatori effettuando controlli analoghi a quelli attivati in sede di stipulazione del contratto principale.
Per quanto riguarda le informazioni antimafia, ai fini del controllo, si richiede la documentazione antimafia anche nel caso di subappalti inferiori alla soglia minima di € 150.000, qualora questo venga a sommarsi ad altri subappalti riferiti allo stesso contratto, la cui somma totale superi la soglia di € 150.000.

Un'ultima ma non secondaria attenzione, riguarda quanto previsto in riferimento alle singole azioni in esso previste. Per ciascuna di esse è stato creato un riferimento all'interno di un data base, nel quale vengono inseriti lo stato di attuazione, eventuali problemi emersi, proposte di miglioramento, risultati ottenuti.
Un metodo per tenere sempre vivo il piano che altrimenti potrebbe correre il rischio di rimanere un testo che, una volta redatto, non venga poi regolarmente verificato nella sua corretta applicazione.