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29 dicembre 2016

Ancora sui rapporti tra Massoneria, logge segrete, deviate e interessi mafiosi

Stefano Bisi Gran Maestro del GOI è stato audito in commissione il 3 agosto 2016 e durante la seduta aveva rivendicato l’azione svolta dal Grande Oriente d’Italia (attualmente composta da oltre 23.000 fratelli, divisi in 850 logge) nei suoi 200 anni di storia.
L'audizione era strettamente legata agli elementi richiamati nell'inchiesta Mammasantissima.
La Commissione come indica l'Osservatorio parlamentare di Avviso Pubblico ha chiesto di conoscere quali provvedimenti siano stati assunti
, a partire dagli anni ‘80, nei confronti di soggetti affiliati delle organizzazioni malavitose – cosa nostra, ’ndrangheta, sacra corona unita – presenti all’interno del Grande Oriente d’Italia e di altre organizzazioni massoniche.
Stefano Bisi ha affermato di voler collaborare con la Commissione nella lotta alle mafie ma non ha fornito riscontri su specifici provvedimenti assunti dall’organizzazione nei confronti di iscritti sospettati di essere in rapporto con gruppi criminali né sulle ragioni che hanno portato allo scioglimento di alcune logge (come quelle di Locri, Brancaleone e Gerace). Ed ha sollevato obiezioni sulla presentazione della lista degli iscritti (richiesta espressamente dalla Commissione, in omaggio ai principi di trasparenza, sulla base dei poteri ad essa attribuiti), invocando a tale riguardo la tutela della privacy, anche per salvaguardare l’incolumità dei membri dell’organizzazione da possibili attentati e ritorsioni. La Commissione ha chiesto delucidazioni anche sul forte radicamento della massoneria a Castelvetrano, in provincia di Trapani (dove opera la loggia Francisco Ferrer) e sul comportamento di tre assessori massoni del comune, due dei quali iscritti al Gran Oriente, che hanno rilasciato dichiarazioni ambigue in ordine alla volontà di collaborare alla cattura del boss mafioso Matteo Messina Denaro (che è nato proprio a Castelvetrano) e hanno attaccato anche la Commissione antimafia e la sua Presidente.
Ora attendiamo le scelte di Bisi e della Bindi, ricordando che la Commissione Antimafia esercita gli stessi poteri dell'autorità giudiziaria e quindi, vedremo se il GOI rivendicherà fino all'ultimo la sua scelta oppure farà buon viso a cattivo gioco.