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28 dicembre 2016

Obbligare nelle convenzioni di opere di urbanizzazione e nelle concessioni di spazi e opere pubbliche l'uso delle white list

Oramai sono numerose le aziende che hanno deciso di farsi radiografare, volontariamente dalla Prefettura di Milano: 1352 a Milano 1047; a Roma; 362 a Reggio Calabria; 483 a Napoli.
Sono le White list di prestatori di servizi ed esecutori di lavori non soggetti a tentativo di infiltrazione mafiosa, operanti nei settori più a rischio: smaltimento di rifiuti, trasporto di materiali a discarica per conto di terzi, fornitura di calcestruzzo ferro e bitume; noli a freddo e noli a caldo; guardiania. Sette sezioni totali. L'iscrizione nella White-List non è obbligatoria ma sostituisce la comunicazione e l'informazione antimafia anche per autorizzare contratti o subcontratti relativi ad attività diverse da quelle per le quali essa è stata disposta.
Quindi un'azienda White List per la Guardiania è esente da infiltrazioni mafiose (e non potrebbe essere altrimenti) per qualsiasi altro tipo di lavoro che esegue in cantiere. L'iscrizione dura un anno e può essere revocata anche se l'impresa non comunica cambi negli assetti proprietari e gestionali.
Un'occasione eccezionale per ridurre i tempi di risposta della Prefettura, organizzare il carico dei lavori, evitare tensioni in cantiere. Eppure. Eppure fa fatica a decollare. Nelle opere pubbliche. Nelle grandi opere e in quelle private, convenzionate e non.
E' per questo che ho proposto in un recente intervento in aula che sia previsto l'obbligo di utilizzo delle aziende White list nei lavori per opere legate agli oneri di urbanizzazione secondari o a standard qualitativi e per le opere o lavori su strutture e spazi pubblici in concessione ai privati.
La proposta l'ho inserita all'interno di una serie di provvedimenti che rientrino nel solco che Claudio De Albertis (nella foto), ha tracciato, in particolare in occasione dell'assemblea nazionale di Assimpredil a cui relazionò, pochi giorni prima di scomparire prematuramente
In quell'occasione "non ha usato giri di parole", come ci descrive Giampiero Rossi sul Corriere della Sera, "nel descrivere lo scenario dei cantieri dal punto di vista della legalità. O meglio, dell’illegalità..."
Ecco di seguito le altre priorità che ho elencato nel mio intervento d'aula:
  • costituzione di un tavolo di lavoro con il Ministero dei Lavori Pubblici per l'applicazione sperimentale del cosiddetto contratto di cantiere negli appalti a Milano. Un contratto che dovrebbe prevedere norme, controlli e buone prassi finalizzate a imporre il rispetto delle regole nell’ambito delle molteplici attività del cantiere, compresa la rigorosa applicazione dei contratti attinenti alle specifiche lavorazioni.
  • Potenziamento del nucleo Freccia 5 che monitori, grazie anche alle nostre banche dati anagrafiche la corretta applicazione del distaccamento dei lavoratori comunitari, spesso utilizzato per pagare meno contributi, tasse e stipendi. 
  • Controllo serrato anche dei cartelli di cantiere privati, spesso elusivi e non in regola con quanto la normativa prevede.