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1 febbraio 2017

Inchiesta Provvidenza, Piromalli all'Ortomercato. Quali responsabilità, cosa fare

A Milano la mafia esiste. E i Mercati Generali sono luogo in cui, storicamente, si è manifestata. Un luogo che produce un'attrazione fatale per i boss. Vuoi per l'andirivieni di camion, per il caos, vuoi per chi li frequenta, forse perché aperti di notte, ma oramai è assodato: fatale per Antonio Piromalli. Così come per Salvatore Morabito o per il clan delle figlie di Mangano, lo stalliere.
Cesare Ferrero, a 5 giorni dagli arresti dell'inchiesta Provvidenza, nell'ultima seduta della commissione Antimafia, descrive quanto fatto da Sogemi. illustra i dati recuperati dagli accessi, dai cambi di proprietà, dai pass assegnati. Antonio Piromalli entra in due occasioni in ortomercato nel novembre 2015 e nel dicembre 2016. E si reca, con una scusa ridicola (raccolta beni per conto di una parrocchia) nel punto vendita della Polignanese, una delle due aziende commissariate. Due aziende su 220 che operano nel cosiddetto MOF. L'altra é la Orto Piazzolla. Tutto registrato. La scusa viene utilizzata a proposito. Spesso ci sono richieste di entrata con questa motivazione. Dalla seduta non emergono, ad oggi, rilievi particolari da fare sull'operato di Sogemi. Benché l'inchiesta sia proprio uno schiaffo e ci siano procedure da introdurre per migliorare i controlli. Due le riunioni fatte con la Prefettura previste dal Protocollo di legalità. Invio periodico degli assetti proprietari alla Dia. L'Ultimo ad inizio dicembre.

Si conferma quindi la presenza di Piromalli nel mercato. In due occasioni, oltre a quella indicata nell'ordinanza dai PM dell'ottobre 2015 con Pronestì, socio in affari, la cui tessera, ci dice Ferrero, una volta definitivamente lasciata la quota (1%) in Orto Piazzolla, scade nel maggio 2014. Dal l'ordinanza non si capisce precisamente quando entrino. Molto probabilmente il 31 ottobre. Sabato. Giorno in cui, per entrare, non c'è bisogno dei pass. La presenza, secondo quanto dice Pronestì alla moglie, viene notata e genera paura. Nessun operatore però segnala a tutela del proprio del mercato. Questo è un altro dato: nessuno rompe quell'omertà che pare proprio abbia regnato sovrana in questi due ultimi anni
Salvatore Morabito nel 2007 aveva pass rilasciato da Sogemi come facchino della Nuova Coseli, di Antonio Paolo, che con un'altra realtà la Spamm, apre il night club For a King, in ornore del boss. Antonio Paolo è arrestato e condannato.
Era invece il 28 gennaio 2010 quando Predolin risponde ad una interrogazione mia e di Pierfrancesco Majorino sui “rapporti dell’Amministrazione comunale con le imprese di facchinaggio Cgs New e Csi” di proprietà delle figlie di Mangano, lo stalliere. Cinzia e il marito di Loredana verranno arrestati nel settembre 2013. Al centro delle indagini della polizia, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia, una rete di società cooperative attive nella logistica e nei servizi, che, mediante false fatturazioni e sfruttamento di manodopera, hanno realizzato profitti “in nero” almeno dal 2007.
Predolin lascia le due aziende in pace. L'anno successivo è Predeval, con il sostegno della Prefettura che le caccia.
In tutti e tre i casi le denunce non vengono dall'interno. Nessuno ha fatto trapelare nulla. Piromalli erede della famiglia di 'ndrangheta più potente in Italia entra in Ortomercato si reca da un grossista con cui fa affari e nessuno parla. Il livello di omertà sembra ancora preoccupante.
Si possono fare meglio molte cose: migliorare i controlli all'accesso e inviare alla DIA i nomi di chi entra durante la settimana, rendere obbligatoria la cassa mercato, rendendo tracciabili, facili e sicuri i pagamenti e le riscossioni. Sarà bene avviare un'analisi approfondita degli assetti societari applicando come all'interno dell'Amministrazione Comunale la 231 del 2007, per segnalazioni antiriciclaggio e proseguire nell'intransigenza con le cooperative di facchinaggio operanti nei mercati, contro comportamenti contrari alla sana e legittima concorrenza. Bisognerà giungere all'espulsione dal mercato di Icotea cooperativa che si è resa protagonista di comportamenti scorretti, acquistando falsi crediti di Iva per coprire i mancati versamenti. Bisognerà migliorare il regolamento di accesso delle cooperative, inserendo l'obbligo di applicare il CCLN, l'applicazione del Protocollo di legalità firmato dal Ministero dell'Interno e da AGCI. Richiedere a tutte le realtà presenti l'uniemens individuale. Sarà forse bene interrogarci se mantenere l'articolo 6 del regolamento di mercato che permette di cedere l'assegnazione di un punto vendita se la richiesta di assegnazione è avanzata da  società, di persone o di capitali, in cui il titolare sia entrato a far parte in qualità di socio. Così avvenne nell'agosto 2011. La Pro Fruit di Alessandro Pronesti, rinuncia ai suoi due punti vendita, avendo debiti dappertutto, (così viene detto in Commissione di Mercato), a favore della Orto Piazzola in cui entra come socio per 3 anni.
L'omertà diffusa però deve essere sconfitta. E questo coinvolge tutti. Principalmente i grossisti e gli operatori di mercato.

Qui la mia intervista a RadioPopolare