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6 dicembre 2017

I Paradisi fiscali secondo la UE

Attivisti Oxfam
Dopo due anni di lavoro arriva la lista nera dei paesi che sono per l'Unione Europea dei Paradisi Fiscali: Samoa, Bahrein, Barbados, Grenada, Guam, Corea del Sud, Macao, Isole Marshall, Mongolia, Namibia, Palau, Panama, Saint Lucia, Samoa, Trinidad e Tobago, Tunisia ed Emirati Arabi Uniti.
Come era prevedibile, nessuno degli otto territori d'Oltremare britannici sono stati inseriti nella lista nera: Anguilla, le Bermuda, le Cayman, Turks e Caicos, le isole Vergini e l'Isola di Man, Jersey e Guernsey.
La selezione è avvenuta sulla base di tre criteri: trasparenza fiscale, tassazione equilibrata e applicazione delle norme dell'Ocse sul trasferimento dei profitti da un paese all'altro.
Oxfam ong che contrasta povertà e diseguaglianze nel mondo ha affermato che sin dal principio l’UE si è focalizzata esclusivamente su giurisdizioni extraeuropee. "Tale scelta mette a serio rischio la credibilità del processo, dal momento che alcuni degli Stati Membri dell’Unione, come l’Irlanda, il Lussemburgo e i Paesi Bassi rappresentano i paradisi fiscali più aggressivi al mondo, permettendo ad alcune delle più grandi corporation globali (Apple, Amazon, Starbucks), di minimizzare la propria contribuzione fiscale".
Oxfam ritiene che, nel promuovere misure di contrasto all’evasione ed elusione fiscale, l’Unione Europea debba riportare ordine anche in casa propria e che quindi i Paesi Membri dell’UE non dovevano essere esclusi dalla lista nera. Per Oxfam la lista nera sarebbe dovuta essere questa: Albania Guam Nauru, Anguilla, Hong Kong, Niue, Antigua e Barbuda, Isole Cayman, Nuova Caledonia, Aruba, Isole Cook, Oman, Bahamas, Isole Faroer, Palau, Bahrain Isole Marshall, Serbia, Bermuda, Isole Vergini Britanniche, Singapore, Bosnia ed Erzegovina Isole Vergini Statunitensi Svizzera, Curaçao, Jersey, Taiwan, Emirati Arabi Uniti, Macedonia, Trinidad e Tobago, Gibilterra, Mauritius, Vanuatu, Groenlandia, Montenegro, Irlanda, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi.