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30 agosto 2019

Mercato (illegale) delle droghe in Italia. Alcune riflessioni partendo dalla relazione annuale della Procura nazionale antimafia del luglio 2019

1. Valore del mercato illegale e delle droghe
Secondo la Procura Nazionale Antimafia, coordinata da Federico Cafiero de Raho, il mercato della droga in Italia vale attualmente 30 miliardi di euro. Una cifra che non si ritrova in altre pubblicazioni.
Il Dipartimento delle politiche antidroga nella relazione annuale presentata a ottobre 2018 sui dati 2017, stima il valore economico del consumo di sostanze psicoattive in 14,4 miliardi di euro, in aumento di oltre un punto percentuale rispetto all'anno precedente. Il 40% attribuibile alla spesa per il solo consumo di cocaina.
Le attività economiche connesse al mercato delle droghe, ed è questo un aspetto molto interessante, rappresenterebbero il 75% di tutte le attività illegali. 
Secondo l'ISTAT, invece, l'economia illegale ammonterebbe a 19 miliardi. Valore inferiore a quello calcolato dal Dipartimento antidroga perché non prevede, per le regole Eurostat, i proventi da estorsioni, usura, trafffico d'ami e contraffazione ed è inferiore anche a quello calcolato da Transcrime del 2013 che era pari a 25 miliardi. Allora Transcrime, a differenza di quanto scritto dal Dipartimento delle politiche antidroga, valutava gli introiti relativi al traffico di droghe pari al 30% dell'intero fatturato dell'illegale.
Segue con:
2. Mafie nostrane e traffico di droghe
3. Mafie straniere e traffico di droghe
4. Sequestri
5. Oppioidi sintetici


2. Mafie nostrane e traffico di droghe
Per ciò che riguarda la Cocaina la ‘ndrangheta è ritenuta uno dei principali player europei, ha consolidato le proprie basi logistiche ed operative in numerosi paesi europei e sud americani ed è in grado di gestire in proprio tutte le fasi della filiera di traffico, grazie al credito vantato presso i principali cartelli nei paesi di produzione.
Cosa Nostra non ha documentate relazioni strutturali con organizzazioni sud americane né nella cosiddetta rotta degli oppiacei, non ha ancora recuperato una sua autonomia nel settore del narcotraffico.
La Camorra ha consolidato le affiliazioni in Spagna per l'importazione di hashish ed ha anche qualificati contatti nel sud America per l'importazione di Cocaina.
Con riferimento alla criminalità organizzata pugliese si registra un rinnovato interesse per il traffico di sostanze stupefacenti il cui flusso è alimentato prevalentemente dalle produzioni albanesi di marijuana sull'altra sponda dell’Adriatico. La criminalità pugliese collabora per la cannabis e l'eroina con la mafia albanese. Mentre per la cocaina collabora con la 'ndrangheta.

3. Mafie straniere e traffico di droghe
Tra le diverse mafie straniere le più attive sono certamente quelle di matrice balcanica con un ruolo di preminenza dei sodalizi kosovaro-albanesi, in grado di rifornire di qualsiasi tipo di droga. In particolare dalle mafie kosovaro-albanesi continua ad essere prevalentemente controllato il mercato dell’eroina. Anche il traffico di marijuana, si conferma di appannaggio quasi esclusivo
delle consorterie albanesi.
Particolarmente attive risultano le organizzazioni di matrice nigeriana, mentre emergenti sono i gruppi criminali di matrice dominicana presenti in Europa con una fitta quanto dinamica rete di broker.

4. Sequestri
Il Dipartimento della Pubblica Sicurezza Direzione Centrale per i Servizi Antidroga ci racconta dei sequestri. Nel 2018 sono 3.626 i kg di cocaina sequestrati. In leggero calo rispetto al 2017, in netto calo rispetto al 2013 (- 1.350 kg). L'eroina, 975 kg cresce del 50% rispetto al 2017 ed anche, meno, rispetto al 2013. Hashish e marijuana raggiungono i 120 mila kg all'anno. Un'enormità. Praticamente raddoppiata rispetto al 2016. Rispetto al 2015 più 40 mila kg). Raddoppiano le piante di cannabis sequestrate rispetto al 2017. I sequestri di droghe sintetiche sono stati pari a 27 mila compresse. In costante aumento dal 2016. Di poco superiori ai valori dei sequestri del 2015 (26 mila compresse). Quasi 4 volte quelli del 2013 (7500 compresse).

5. Oppioidi sintetici
Negli ultimi anni lo scenario nazionale ed internazionale in materia di stupefacenti ha subito mutamenti radicali; da una parte infatti si assiste ad una stabilizzazione o addirittura ad una diminuzione dei consumi di alcune droghe tradizionali come la cocaina, la cannabis e l’eroina che si erano diffuse nell’ultimo decennio e, dall’altra, si rileva l’ingresso sul mercato di un numero sempre crescente di sostanze psicoattive ovvero di precursori di nuove droghe. Tramaldolo oppioide sintetico come il Fentanyl diventato tristemente famoso in questi giorni per la morte dello chef Andrea Zamperoni e per la causa vinta in Oklahoma intentata contro la casa produttrice del farmaco, la Johnson & Johnson.
L’Oklahoma è uno degli stati più colpiti dalla crisi degli oppioidi. I numeri non lasciano adito a dubbi. Fra il 2015 e il 2018 sono state prescritte 18 milioni di ricette per oppioidi, una cifra elevata considerato che la popolazione è solo di 3,9 milioni di persone. Dal 2000 circa 6.000 residenti sono morti per overdose di oppioidi.
Sono 37 milioni e cinquecentomila pasticche di tramadolo transitate, secondo la PNA, presso il porto di Genova. Nel porto di Gioia Tauro il 23 ottobre 2017, la Guardia di Finanza in collaborazione con la DEA americana ha sequestrato ben 24 milioni e 650 mila compresse di Tramadol 225, per un valore di mercato di circa 49 milioni e 300 mila euro.