Un tempo… Fa bene l’addetto stampa a scrivere così nel Comunicato del Comune di Rozzano.
Il bene sequestrato non c’è più, è stato demolito. Completamente.
Sappiamo quanto contano le mura di un immobile. I pavimenti. I soffitti e le decorazioni. I bagni e i marmi. Il Camino e la veranda. Il bene confiscato diventa come la scena di una battaglia. Quella vinta dallo Stato sulla mafia. Sulla corruzione, sull’usura, sullo spaccio e sulle estorsioni. Diventa un cimelio. Quando si visita un bene confiscato la prima cosa che (ci) si chiede a chi è stato confiscato e perché. E poi si entra. E si gusta il fascino di qualcosa di distante e sinistro, che si trasforma in qualcosa di familiare e utile.
In Via Molise sarà oramai impossibile. Come è impossibile leggere che in realtà il bene non è stato sequestrato alla mafia, ma a un trafficante di droga di Rozzano! Così scriveva il Corriere della sera il 6 giugno 2003: “Due ville, un appartamento a Ravenna, 1 gioielleria, un bar tabacchi più i soliti titoli e il denaro in conto corrente del valore complessivo di altri 2 milioni e mezzo di euro sequestrati al napoletano Mario Adduci, 37 anni, trafficante di droga condannato a 6 anni e 6 mesi”.
Il bene di Via Molise era l’unico bene sequestrato a Rozzano visitabile, visto che Gianni Ferretti aveva deciso di non acquisire la villa in via Ugo la Malfa 2 che, il 4 novembre 2017 fu sequestrata a Ciro Spavone, pregiudicato allora di 41 anni, radicato con la sua famiglia proprio a Rozzano. Oltre alla villa di via La Malfa, a due conti correnti, a Ciro Spavone viene sequestrato un appartamento con box sempre a Rozzano e un locale con tre vetrine nel cuore del Naviglio Pavese, a pochi passi dalla Darsena.
Oggi Ciro Spavone è uno dei 121 rinviati a giudizio per l’inchiesta sul narcotraffico conclusa a fine aprile 2023. L’udienza preliminare si terrà il 22 gennaio 2026.
In quella inchiesta c’è il gruppo di Quarto Oggiaro, il gruppo di Comasina-Bruzzano, il gruppo della Barona, il gruppo di Gratosoglio e quello di Rozzano a cui erano dedicate più di 250 pagine delle 1170 totali dell'ordinanza firmata dal GIP Livio Cristofano. Nel gruppo dei Rozzanesi il nome più noto oltre a quelli di Emanuele e Ciro Spavone è sicuramente quello di Gennaro Speria. Il fondatore di Area 51, lo spazio che distribuisce cibo ai più bisognosi, quello che Mattia Ferretti, l’attuale sindaco, va a trovare dopo la vittoria alle ultime elezioni, per una piccola festicciola a base di petardi. Quello che portò la croce sulle spalle fino al Vaticano per espiare i peccati e gli errori di una vita, assolto a settembre per ricettazione.
Bisogna essere contenti che il murale dedicato a Falcone e Borsellino, voluto dal Comitato di Via Molise 5, sia stato salvato dalla demolizione. Attenzione però che può aiutare chi vuol guardare altrove. Chi vuole che si pensi a una criminalità lontana negli anni e nello spazio senza porre attenzione a quel che accade a Rozzano.
Così come quando in Cascina Grande si invita a parlare Salvatore Borsellino, ed è bene, ma non si invita chi ci può dire quanto è stata forte (il tempo al passato è un auspicio) la famiglia criminale della mafia Cerignolana dei Piarulli che proprio a Rozzano ha fatto la sua base al nord.