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28 settembre 2009

Comitato di iniziativa e vigilanza sulla correttezza degli atti amministrativi e sui fenomeni di infiltrazione di stampo mafioso.

A due mesi dall'inizio dei lavori del Comitato sono stati evidenziati alcuni punti di criticità nelle strategie adottate dal Comune per difendersi dalle infiltrazioni di stampo mafioso.

1. Il casellario informatico

Tutte le stazioni appaltanti sono tenute a comunicare al casellario ogni irregolarità riscontrata rispetto al possesso dei requisiti autocertificati dalle imprese, anche relativamente al fenomeno del collegamento sostanziale (cosiddetto cartello tra imprese). Tali irregolarità sono comunicate all’Autorità di Vigilanza che gestisce il casellario informatico e che provvede all’inserimento delle comunicazioni in un database a disposizione di tutte le stazioni appaltanti che così possono attingere ad ogni informazione prima dello svolgimento delle gare, è quindi importante che le stazioni appaltanti siano puntuali nelle comunicazioni all’Autorità di Vigilanza.

La maggior diffusione dei controlli incrociati permette le più ampie verifiche sui requisiti delle imprese.

Vi è da constatare che il casellario informatico non è collegato né con la Camera di Commercio e né con la Banca dati della Prefettura e che le stesse imprese e gli operatori privati non possono accedere al casellario delle informazioni.

2. Contratti tra privati

L'80% dei lavori sono legati da contratti privati. Molte volte però le opere private sono legate da convenzionamento urbanistico. Sicuramente i Piani Integrati di intervento, ma anche i permessi a costruire convenzionati.

Si potrebbero cominciare ad inserire all’interno dei contratti tra privati clausole per le quali si può prevedere di risolvere il contratto nel caso le ditte, che abbiano ricevuto subappalto, si dimostrino non in regola con la certificazione antimafia o in relazione ai versamenti contributivi Durc.

Nel Patto sulla sicurezza e la regolarità nei rapporti di lavoro firmato il 3 dicembre 2008 da Assimpredil Cgil Cisl e Uil Simini, Masseroli e Mascaretti qualcosa era stato proposto di inserire nelle convenzioni per l’esecuzioni dei Pii, di piani attuativi e altri obblighi negoziali, l’obbligo per il soggetto attuatore di acquisire il Certificato camerale con annotazione antimafia, per tutte le imprese (appaltatori e subappaltatori) operanti in cantiere (si prevede sanzione di 1000 €…).

Si dichiarava inoltre che i contratti di appalto e di subappalto o di affidamento di lavori, servizi o forniture prevedano una clausola risolutiva espressa in presenza di “informativa supplementare atipica” riguardante l’esecutore dei lavori, il prestatore d’opera o il fornitore. Patto mai applicato.

È per questo che abbiamo scelto di presentare due emendamenti per le due delibere di urbanistica all’ordine del giorno del Consiglio comunale. È per questo che chiediamo all’assessore Masseroli di venire in commissione per verificare l’applicazione del Patto.

Applicazione di due clausole per altro piuttosto leggere che i costruttori hanno deciso di accettare. Due clausole che potrebbero essere potenziate prevedendo penali più cospicue e destinando risorse a specifici controlli riguardo la loro applicazione.

3. Subappalti e Nolo a Caldo

Per i subappalti il controllo è a 150.000 €. Al di sopra le informazioni vanno chieste al Prefetto e al di sotto alla Camera di Commercio.

Il Nolo a caldo è il contratto con il quale un soggetto mette a disposizione dell’appaltatore un mezzo d’opera con il relativo operatore specializzato: si tratta essenzialmente di un contratto di locazione che suppone anche la prestazione d’opera professionale.

Non è soggetto ad autorizzazione salvo che si tratti di un contratto similare che, quindi, superi l’importo di € 100.000,00 o il 2% dell’appalto e che l’incidenza percentuale della manodopera sia superiore al 50%. È il caso dello scavo e trasporto terra.

In questi vuoti legislativi si inseriscono a forza aziende che hanno interesse a reinvestire proventi da attività illecite e che sono in contatto con il mercato dello smaltimento illegale dei rifiuti.

4. Governance

Sui temi relativi al controllo, in relazione a possibili infiltrazioni di stampo mafioso manca una governance nell’area metropolitana. Non è possibile che su questo tema comuni limitrofi adottino procedure differenti. Manca una governance anche a livello cittadino. Le diverse direzioni coinvolte (lavori pubblici, parcheggi, urbanistica) hanno al proprio interno diverse procedure e attenzioni. Bisogna sin da subito creare coordinamento sui due livelli e dotare di mezzi e uomini per i controlli che devono essere effettuati anche nei cantieri.

Milano 27 settembre 2009