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28 ottobre 2010

Predeval, Sogemi, in commissione: poche certezze

Il nuovo Presidente di Sogemi, partecipata di quasi totale proprietà comunale che gestisce le aree mercatali di via Lombroso, Luigi Predeval, è intervenuto durante la seduta congiunta di tre commissioni (bilancio, partecipate e attività produttive) per illustrare il nuovo piano industriale. Centotrenta milioni di investimenti per rifare totalmente l’area. Predeval ha iniziato il suo lungo intervento ricordando che l’Ortomercato non deve essere associato alla criminalità organizzata. Lui stesso ha incontrato il Prefetto ad inizio mandato e come risultato dell’incontro ha allontanato dall’area la Cgs New Group, cooperativa di proprietà delle figlie di Vittorio Mangano. In realtà Predeval non ha cacciato proprio nessuno. Così come non lo aveva fatto Roberto Predolin, ex presidente di Sogemi ora a Milano Ristorazione. Lui sapeva bene di non poterlo fare per le regole che lo stesso Ortomercato si è dato: quando i carchi pendenti sono a posto chiunque può operare nell’area di mercato. Per di più la Cgs New Group non aveva contratto direttamente con Sogemi, ma con Agrimense, l’azienda che, ha proprio in questi mesi avviato una transazione con Sogemi, avendo un debito di 300.000 €. Cos’è realmente accaduto? La commissione è terminata senza che io potessi chiederglielo. Sarà riconvocata.
Un lungo intervento durante il quale non ha mancato di sottolineare la spesa per rifare i servizi igienici visto e considerato che “i nordafricani usano pulirsi con l’acqua senza usare la carta igienica”, ma nessun cenno al bando di facchinaggio per individuare tre sole realtà cooperative da far lavorare nell’area, bloccato dopo un ricorso al Tar vinto dalle aziende escluse, nessun cenno per come verrà ripianato il debito accumulato da Sogemi che aumenta ogni anno di un milione di €, e ha raggiunto la ragguardevole cifra di 29 milioni di €, di cui 12 milioni verso fornitori, nessun cenno alla perdita d’esercizio 2009, interamente coperta dalla riserva straordinaria di 2.700.000 €, nessun cenno ad un ipotetico piano B oppure ad una valutazione del costo per spostare l’area mercatale magari nella futura area Expo, oppure a Porto di Mare. Insomma è certo che bisogna creare nuove piattaforme e immaginare il mercato diversamente da oggi, meno luogo di acquisto e più luogo di arrivo della merce, immagazzinamento, taglio, impacchettamento e spedizione. Ma è possibile valutare se 130 milioni derivanti dalla vendita delle aree del macello e dell’avicunicolo potrebbero essere spesi meglio se si decidesse di spostare l’area? Oppure: se non si riuscisse a vendere l’area in tempi brevi (Predeval sogna di iniziare il cantiere a febbraio 2011), o non riuscisse proprio a venderla (il Pgt pone dei vincoli importanti e non è stato ancora approvato), cosa si fa? Si prosegue ad indebitarsi e a non riscuotere i canoni fermi dal 1995 come finora si è fatto?