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19 agosto 2020

Milan, il fondo Elliott e le manovre in Delaware. Perdita «rossonera» da un miliardo

Il Cda del Milan nell'aprile 2017 *

Emergono alcuni elementi preoccupanti dall'articolo di Mario Gerevini su Corriere della Sera Economia di qualche giorno fa:
1. Perdite di un miliardo.
Nell'ultimo bilancio della Rossoneri Lux la società lussemburghese che controlla il Milan sono indicate perdite cumulate per oltre un miliardo al 30 giugno 2019.
2. Passaggi di quote societarie tra due società del Delaware 
Il 25 giugno scorso c’è stato un passaggio di azioni dentro la Project, la società che controlla la Rossoneri Lux che a sua volta ha il 99% del Milan. La Genio Investments ha ceduto 120 azioni alla King George.
Le due finanziarie (Genio e King George) hanno tutte le azioni A che corrispondono al 49,99% del capitale votante. Ma chi ha il resto? Ovvero le B (4%) e le C (46%). Le B, decisive per la maggioranza le possiede la Blue sky Financial Partner di Gianluca D’Avanzo e Salvatore Cerchione, due "manager" napoletani, attualmente nel Cda del Milan, costituirono in Lussemburgo la Project Redblack per erogare il prestito alla Rossoneri Lux. Fallito Yonghong Li, il cinese senza capitali, gli americani sono andati a escutere la garanzia e così la Project si è presa il 100% della Rossoneri Lux che ha il 99% delle azioni del Milan.
Ci si sta preparando la strada alla cessione? Entrano altri soci? Chi sono e chi sono quelli con cui abbiamo trattato finora? 
Domande a cui si deve esigere delle risposte.

Miei ulteriori approfondimenti: Le società che possiedono il Milan e l'Inter proseguono a non dichiarare chi le controlli, Milan e Inter, le scatole cinesi che Milano deve aprire.

* Nella foto il Cda del Milan dell'aprile 2017. Il momento dell'insediamento di Yonghong Li. Il secondo da sinistra è Marco Patuano, attuale presidente di A2A, insieme a Paolo Scaroni, secondo da destra, gli unici a sedere nel nuovo consiglio

Ps Scrive ancora Gerevini: Yonghong Li. Cioè il cinese senza capitali che nell'aprile 2017, già inseguito per insolvenza dalla Jangsu Bank, comprò il Milan da Berlusconi per 740 milioni, anche grazie ai soldi, oltre 300 milioni, di Elliott. È tuttora inspiegabile come uno sconosciuto (anche in Cina) imprenditore che millantava un patrimonio in gran parte inesistente (e quello esistente sull'orlo del crac) abbia potuto sedersi al tavolo di quella trattativa, chiudere una delle più rilevanti compravendite calcistiche di sempre e ottenere un simile finanziamento, sebbene assai oneroso.