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30 agosto 2025

San Siro: no alla speculazione!

Siamo prossimi alla decisione del Consiglio Comunale di Milano in merito alla proposta d’acquisto del compendio Ambito GFU San Siro, per la costruzione di nuovo stadio a Milano e rifunzionalizzazione dell’attuale impianto calcistico: cioè la demolizione del 75-80% dello Stadio San Siro - Meazza. 

Nell’area, sappiamo, verranno introdotte nuove funzioni a supporto della grande funzione urbana (lo stadio). E, conoscendo i fondi, che attraverso prestiti non restituiti, oppure mutui finanziati dal venditore, sono entrati in possesso delle due squadre, sappiamo quanto valore aggiunto produrrà, al loro portafoglio, l’acquisto dell’area.

Gli hedge fund si possono trasformare in vulture fund. I fondi avvoltoio. Se dopo poche settimane o mesi o dopo anche alcuni anni dall'acquisto dell’area, i fondi vendessero le loro quote sarebbe una beffa per l’intera città.

Non voglio entrare nel merito della scelta. Se sia giusto o meno vendere. Non è l’obiettivo di questo articolo. Vorrei evitare una speculazione dolorosa sul territorio della mia città. L’unica soluzione è che chi possiede a oggi le due squadre di Milano non modifichi nei prossimi 7 anni (come indica un ordine del giorno presentato da Rosario Pantaleo, attuale presidente della Commissione Antimafia del Consiglio Comunale) i propri titolari effettivi.  

Per titolari effettivi, secondo la normativa antiriciclaggio, si intendono le persone fisiche (nomi e cognomi, date e luoghi di nascita) che, in ultima istanza, possiedono direttamente o indirettamente (le cosiddette scatole cinesi) almeno il 25% si un ente privato ovvero ne risultano i beneficiari ultimi di ogni attività economica o finanziaria.

Bisogna quindi stabilire nell’atto di vendita una clausola penale con l’indicazione di una somma dovuta al Comune per l’inadempimento da parte della società acquirente di un divieto di vendita per cinque anni oppure sette, delle azioni della società acquirente o delle azioni dei soci della società acquirente. Con l’obbligo di non modificare i titolari effettivi dei fondi che in questo momento posseggono le squadre. Non basta l’incedibilità assoluta a valle, una clausola di non alienazione dei diritti edificatori, magari prevedendo oltre a una sanzione anche la partecipazione del Comune all’incremento di valore delle aree. Il rischio è che si ottenga una norma zoppa. Verrà infatti costituita dai fondi una società veicolo che siglerà l’accordo e sulla quale potrebbe ricadere l’obbligo di non rivendere l’area. La società potrebbe non rivendere alcunché, ma i fondi che la costituiranno potrebbero cambiare radicalmente la proprietà delle quote, avendo nel portafoglio anche i diritti edificatori che emergeranno dall’operazione con il Comune. 

E’ palese, come oggi direbbe mia figlia, che bisogna, quindi, conoscere i titolari effettivi dei fondi che possiedono il Milan e l’Inter. Ora. Per poi poter applicare la norma antispeculazione. Quindi è bene fare una radiografia puntuale e approfondita della catena societaria e dei beneficiari ultimi. Verificando la veridicità di quanto da essi dichiarato.

I fondi sono oramai diventati gli assoluti protagonisti dello sviluppo della città. Dobbiamo essere assolutamente consapevoli che sono una risorsa da utilizzare. Non da subire, proni. Sono potenti, ma non possono essere opachi. 

Articolo pubblicato da Il Fatto Online il 29 agosto 2025

16 agosto 2025

Luca Tescaroli Il biennio di sangue 1993-94 Le menti e gli esecutori materiali degli attentati di Cosa nostra Nel continente Edito da Paper first

Ho appena finito di leggere il libro di Luca Tescaroli il biennio di sangue 1993-94, Le menti e gli esecutori materiali degli attentati di Cosa nostra nel continente, edito da Paper first. Una minuziosa analisi delle sentenze dei sette episodi stragisti che attraversarono il biennio 1993-1994.
Terribile quanto l'autore scrive a pagina 130: se l'arresto di Totò Riina fosse avvenuto a destinazione e non lungo il tragitto e se fosse stata effettuata tempestivamente la perquisizione a casa Biondino, dove Riina si stava recando, sarebbero stati catturati, Giovanni Brusca, Matteo Messina Denaro Giuseppe Graviano e, verosimilmente, non vi sarebbero state le stragi del 1993-94.
Il 15 gennaio 1993. Era il giorno dell'insediamento di Gian Carlo Caselli quale Procuratore della Repubblica di Palermo, alle ore 08.55, “Balduccio” Baldassarre Di Maggio, appostato in un furgone dei ROS riconosce Salvatore Riina mentre esce a bordo di una Citroën ZX dal cancello di via Bernini 54. Riina accompagnato dal suo autista Salvatore Biondino si stava recando presso l'abitazione di Biondino in Via Giuseppe Tranchina. Subito viene avviato il pedinamento del veicolo e alle 09.00 il capitano De Caprio, con alcuni dei Carabinieri suoi sottoposti, blocca l'auto segnalata su viale della Regione Siciliana, all'altezza della rotatoria del Motel Agip, e dichiara in arresto il capo assoluto di Cosa nostra, ammanettandolo.

Tescaroli nel libro ricorda che il collaboratore di giustizia, Fabio Tranchina, ha riferito di aver accompagnato quello stesso giorno Giuseppe Graviano a casa di Biondino, per incontrarsi con Salvatore Riina. Lo aveva già accompagnato diverse altre volte in precedenza in quel luogo. Giovanni Brusca ha dichiarato che il giorno dell'arresto di Totò Riina, avrebbe dovuto esserci una riunione con la partecipazione, oltre che dello stesso Brusca, di altri capi mandamento, tra i quali Salvatore Biondino e Matteo Messina Denaro, Giuseppe Graviano, nel corso della quale si sarebbe dovuto decidere sulla prosecuzione della strategia stragista.

Ricordiamo anche che, dopo l'arresto del boss, i Carabinieri della territoriale di Palermo erano pronti a perquisire l'edificio, i ROS, invece, ritenendo di poter proseguire l'indagine in corso e individuare le attività criminali dei fiancheggiatori del boss arrestato per disarticolare completamente l'organizzazione, chiesero la sospensione della procedura per "esigenze investigative", che fu concessa dalla procura. L'osservazione del covo garantita al procuratore Caselli, venne sospesa il giorno stesso dell'arresto di Riina. Successivamente il covo verrà perquisito con un ritardo di ben 18 giorni, quando lo stesso era stato ormai ripulito dai mafiosi.

Infine è bene ricordare che, Di Maggio, il collaboratore che riconobbe Riina e ne interruppe la latitanza, fu arrestato in Piemonte dopo essere fuggito dalla Sicilia. Una volta catturato, perché in possesso di una pistola, chiese subito di parlare con il generale Francesco Delfino, a cui iniziò a riferire alcune notizie in suo possesso su Riina. Ex dirigente dei Servizi segreti (SISMI), Delfino, fu al centro di moltissimi casi dell’Italia degli anni 70-8090. Nel 2001, è stato condannato in Cassazione per truffa aggravata. Avrebbe approfittato del rapimento dell'amico Soffiantini al fine di truffare alla famiglia la somma di circa 800 milioni di lire, prospettando falsamente che tale somma fosse utile ad ottenere la liberazione del loro congiunto. Nel 2007 è stato rinviato a giudizio, con l'accusa di concorso per la Strage di Piazza della Loggia a Brescia. Assolto in via definitiva.

Sono diverse le domande sui fatti di quel terribile periodo, a cui bisogna, secondo Tescaroli, ancora dare una risposta. Le elenchiamo:

  1. Non si conosce perché sia cessata la campagna stragista, dopo il fallito attentato allo stadio Olimpico del 23 gennaio 1994. Perché quell'attentato non veniva più riproposto? Il 27 e il 28 marzo di quell'anno si tenevano le elezioni politiche, mutò il quadro politico istituzionale e lo stragismo marcato Cosa nostra si arenava. Vi sono coincidenze fra la campagna di stragi e la nascita di Forza Italia? Il quesito discende dalla coincidenza temporale tra la cessazione delle stragi e l'affermazione politica del movimento, nonché da alcuni dati oggettivi, Marcello Dell' Utri, che ha avuto un ruolo nella nascita del partito, è stato condannato in via definitiva a sette anni di reclusione per il reato di concorso esterno in associazione di tipo mafioso, commesso dal 1974 al dicembre 1992150; il senatore Antonio D'Ali, esponente del medesimo partito, condannato sempre in via definitiva a sei anni di reclusione per concorso esterno in associazione di tipo mafioso, avendo agito nella sua attività politica nell'interesse di capi storici di Cosa nostra.
  2. Nell'arco temporale 1989-93 erano state create numerose leghe con vocazione a promuovere l'indipendenza, alle quali partecipavano esponenti della destra eversiva, che convergevano nella Lega Meridionale e, l'8 ottobre 1993, l'imprenditore Tullio Cannella (all'epoca uomo di fiducia di Leoluca Bagarella e in contatto con Giuseppe Graviano) fondava il movimento autonomista "Sicilia Libera", un progetto che, poi, i vertici di Cosa nostra abbandonavano per favorire e appoggiare l'affermarsi di un nuovo partito politico (Forza Italia), in occasione della campagna elettorale del 27-28 marzo 1994. Ha inciso sulle determinazioni stragiste il contesto istituzionale, caratterizzato dalle dimissioni del Governo Ciampi il 13 gennaio 1994 e dallo scioglimento anticipato delle Camere il 16 gennaio 1994, da parte del Capo dello Stato, sette giorni prima dell'attentato all'Olimpico, eseguito a Camere sciolte? II dato di fatto è che l'attentato allo stadio Olimpico viene messo in cantiere in un momento nel quale è senza ritorno la strada che conduce alla costituzione di un nuovo assetto parlamentare e di un nuovo Governo, Ma la strage fallisce e non viene ripetuta.
  3. Quali sono stati i motivi dell'accelerazione dell'eliminazione di Paolo Borsellino, eseguita a distanza di soli cinquantasette giorni, nelle immediate vicinanze di quella che costava la vita a Falcone, alla moglie e ai tre agenti di scorta (Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani). La causale dell'accelerazione potrebbe essere collegata al disegno criminoso che si è attuato successivamente alla decisione di aprire la campagna stragista, nel 1993, con l'attentato al giornalista Maurizio Costanzo, del 14 maggio 1993.
  4. Come mai Paolo Bellini, appartenente ad Avanguardia Nazionale, di recente condannato con sentenza di primo e secondo grado per aver partecipato alla strage di Bologna del 2 agosto 1980, s’incontrava con Antonino Gioè, mentre erano in corso i preparativi della strage di Capaci (alla quale Gioè contribuì attivamente), e perché instillava il proposito di colpire la Torre di Pisa, secondo le indicazioni di affidabili collaboratori di giustizia? Le ragioni e le modalità della morte di Antonino Gioè il 29 luglio 1993, all'indomani degli attentati del 27-28 luglio 1993, sono rimaste oscure, tanto più se si considera che lasciava una sorta di lettera testamento nella quale, fra l'altro, menzionava Paolo Bellini, scrivendo che era un infiltrato.
  5. Da chi e come veniva trasportata la Fiat Uno in via Palestro, visto che Gaspare Spatuzza, Francesco Giuliano e Cosimo Lo Nigro lasciavano la città per recarsi a Roma per organizzare gli attentati a San Giovanni in Laterano e San Giorgio in Velabro?
  6. Chi è la donna vista dal testimone oculare Luca Invernizzi, il quale nell'immediatezza dei fatti dichiarava di ricordare con assoluta certezza di aver notato scendere dal lato guida dell'autovettura Fiat Uno parcheggiata in via Palestro, una donna bionda? È stata coinvolta nell'attentato ? Un appunto riservato del SISDE ha fatto riferimento alla partecipazione di una donna al comando operativo che aveva agito il 27 luglio. Chi ha alimentato quella notizia?
  7. Enigmatico è rimasto, scrive Tescaroli, nonostante gli approfondimenti effettuati, il racconto del medico Giovanni Bertini, il quale, all'indomani della strage di via dei Georgofili, ha riferito che il 26 maggio 1993 aveva preso il treno Intercity che da Roma si recava a Milano alle nove di mattina, e di aver incontrato il leader di Avanguardia Nazionale e cofondatore di Ordine Nuovo (deceduto nel 2019, di cui si omette di indicare il nome e il cognome), che indicava aver visto scendere a Firenze, intorno alle undici del mattino e salire a bordo di un'autovettura.

14 agosto 2025

Da Hidden Garden, al Pirellino. Un tentativo di fare ordine a una storia complicata, ancora in corso

Aggiornato al 15 agosto
I reati ipotizzati  I reati ipotizzati sono diversi. Nelle prime inchieste: abuso edilizio, lottizzazione abusiva, falso in atto pubblico. Ma successivamente, corruzione, concussione, induzione indebita a dare o promettere utilità, traffico di influenze illecite, e infine False dichiarazioni sull'identità o su qualità personali proprie o di altri (496 cp), l'articolo del codice penale che è stato utilizzato per punire i conflitti di interesse.

L'inizio. Tutto è iniziato il 13 luglio 2022 quando alcuni residenti, assistiti dall’avvocata Veronica Dini, presentano un esposto in Procura contro la costruzione di un palazzo di sette piani all’interno di un cortile in piazza Aspromonte a Milano, zona Città Studi/Loreto, al posto di una villetta Liberty a tre piani.  Si tratta del progetto Hidden Garden, un edificio di sette piani e 45 appartamenti di lusso a firma dello studio BEMAA – Bruno Egger Mazzoleni architetti associati, promosso nel 2021 da Andrea Bezziccheri della Bluestone. Alto 27 metri (al posto dei 12 della villetta). Il cantiere è stato oggetto di sequestro d’urgenza, poi non convalidato. Dopo tre gradi di giudizio, anche la Cassazione ha respinto definitivamente la richiesta di blocco. Il palazzo è stato terminato e progressivamente abitato a partire dal 2024. La vicenda ha portato a 12 indagati. In attesa che il Tribunale di pronunci sulla richiesta di rinvio a giudizio. Da allora diversi comitati e gli stessi Pm su sollecitazione dei cittadini hanno posto l’attenzione su molti altri cantieri.

L'accusa iniziale: il reato di abuso edilizio, falso ideologico e lottizzazione abusiva. L’accusa iniziale si basava su "un'interpretazione", secondo i Pm, fraudolenta, di una norma nazionale e regionale che permetteva, compiendo un reato, di considerare un nuovo edificio residenziale per ristrutturazione di un vecchio edificio, più basso, destinato a laboratorio o a terziario, in assenza del piano attuativo che prevede una convenzione all’interno della quale vengono valutati anche gli standard urbanistici da garantire al quartiere circostante. Prevedendo quindi anche il pagamento di oneri di urbanizzazione o definendo la costruzione di opere a scomputo degli oneri dovuti. Alla presentazione il privato deve valutare la coerenza con le indicazioni del PGT e iniziare a individuare le più opportune modalità di conferimento della dotazione territoriale (cessioni/asservimenti di aree, monetizzazione, realizzazione di attrezzature) e identificare opere di urbanizzazione e attrezzature di servizio. Per poi cominciare a dialogare con gli uffici. Nei casi presi in considerazione dai Pm Marina Petruzzella, Mauro Clerici e Paolo Filippini, coordinati da Tiziana Siciliano, i lavori erano partiti alla presentazione di una SCIA, ovvero Segnalazione Certificata di Inizio Attività, con la quale si avvia il cantiere senza dover attendere un'autorizzazione da parte del comune, dichiarando di possedere tutti i requisiti necessari per svolgere l'attività.

Persone coinvolte Al momento sono 75 le persone iscritte nel registro degli indagati compreso Cristian Malangone, Direttore Generale del Comune, l'ultimo in ordine di tempo. Di queste 5 persone agli arresti domiciliari. Alessandro Scandurra e Andrea Bezziccheri di Bluestone hanno visto accolte le loro richieste e il Tribunale del riesame ha cancellato le misure cautelari rispettivamente ai domiciliari e in carcere. Non si hanno le motivazioni. Mentre le motivazioni ci sono per i ricorsi di Giancarlo Tancredi Federico Pella e Giuseppe Marinoni. Annullate anche per loro le misure di custodia cautelare decide e sostituite con l'interdizione a trattare con e per la Pubblica Amministrazione per un anno. I gravi indizi di corruzione dell’assessore all’Urbanistica di Milano, Giancarlo Tancredi, sostenuti dai Pm e ravvisati dal gip il 31 luglio al momento di disporre gli arresti domiciliari, ci sono anche per i giudici del Tribunale del Riesame, ma non per l'articolo 319** del Codice Penale ma per il 318, Corruzione per l'esercizio della funzione*, punito meno duramente con la reclusione da tre a otto anni. La misura cautelare per Tancredi viene bocciata dai giudici sull’altra imputazione di concorso nel falso di Marinoni sul proprio non dichiarato conflitto di interessi in seno alla Commissione paesaggio, cioè sulla stessa accusa che vede coindagato il sindaco Sala. Per Marinoni il reato di falso rimane. Probabilmente la storia non finirà qui e la Procura farà ricorso in Cassazione... Anche il costruttore Manfredi Catella Ceo di COIMA, torna libero il 22 agosto. Il Corriere scrive che ci si trova di fronte allo stesso annullamento dell’arresto del coindagato di corruzione Alessandro Scandurra, e identica attesa di 45 giorni per conoscerne il motivo.
Inchieste giunte a giudizio Sono 4 le inchieste giunte a giudizio al contrario di Piazza Aspromonte: Torre Milano di via Stresa alla Maggiolina (prima udienza svolta l'11 di aprile e non ancora concluso); via Fauchè (processo è stato convocato per lo scorso 14 luglio 2025); Park Towers a Crescenzago (la prima udienza prevista per il prossimo 12 novembre), (65 milioni di euro già fatturati per i 120 appartamenti già venduti). Infine, per il 26 settembre p.v., è fissata l’udienza pre-dibattimentale per il progetto Bosconavigli in Via Pesto. 

Sequestri. Tre cantieri sono stati anche sequestrati: un anno fa, il 19 luglio 2024 il cantiere delle Residenze Lac, in via Cancano in zona Baggio, a ridosso del Parco delle Cave; il Giardino segreto, in via Lepontina 7-9 primo cantiere posto sotto sequestro e anche il primo a finire davanti al Tribunale fallimentare; lo Scalo House in via Valtellina 40 nei pressi dell’ex scalo Farini, (sviluppatore Green Stone). Recentemente è stata addirittura la Cassazione che ha confermato il sequestro per le Residenze Lac. Nelle motivazioni delle sentenza, emessa lo scorso aprile, i giudici, danno ragione alla Procura, sostenendo le stesse tesi interpretative della norma urbanistica: "non possono essere realizzati edifici con volumi ed altezze superiori" a determinati limiti, "se non previa approvazione di apposito piano particolareggiato o lottizzazione convenzionata".

Altri progetti coinvolti nelle inchieste per abuso edilizio. Nelle carte delle inchieste per abuso edilizio, lottizzazione abusiva, falso in atto pubblico, si è indagato anche sulle operazioni urbanistiche legate ad altri 2 progetti: la BEIC Biblioteca Europea e il Twin Palace Lambrate Via Massimiano, Via Sbodio

Indagine per corruzione del 21 febbraio 2025. Sono 18 i progetti invece finiti nelle indagini per corruzione che ha portato agli arresti domiciliari l'architetto Giovanni Oggioni, ex dirigente comunale, per corruzione, falso ideologico e depistaggio a fine febbraio scorso. Reato specifico per questa inchiesta perché l’ex dirigente è accusato di aver provato a cancellare le mail dal suo cloud.
  1. Cascina Boldinasco 

  2. Via Bovio 

  3. Via Fiuggi 

  4. Via Meli

  5. Viale Tibaldi 

  6. Via Trentacoste 

  7. Via Salaino - Via Valparaiso 

  8. Via Gnocchi Viani 

  9. Via Oristano 

  10. Via Zecca Vecchia 

  11. Via Cecchi 

  12. Via Lamarmora 

  13. Via Anfiteatro 

  14. Porta Naviglio Grande 

  15. City Village 

  16. Via Privata Rosalba Carriera

  17. Via Flumendosa 

  18. Via Rana 

Nella stessa ordinanza vengono indicati anche altri indagati Marco Emilio Mario Cerri e Andrea Viaroli membri della Commissione per il Paesaggio, Carla Barone, dirigente del Comune. Abitare In S.p.a. e Assimpredil Ance Milano, per responsabilità di tipo amministrativo per il mancato controllo ai sensi del Decreto legislativo 231 del 2001.

Indagine per corruzione del luglio 2025. E infine sono 15 i progetti citati nell’ultima indagine che ha coinvolto Giuseppe Marinoni, Alessandro Scandurra, Giancarlo Tancredi, Manfredi Catella, Luciano Pella e Andrea Bezziccheri. 

  1. P39 Pirellino di via Melchiorre Gioia

  2. Villaggio olimpico Scalo Romana 

  3. Area Infrastrutture Arena Santa Giulia 

  4. Goccia-Bovisa 

  5. Corti di Bayres 

  6. Via Verziere 

  7. Via Cavallotti 

  8. Via Calvino 

  9. Via Tortona 

  10. Via Gardella 

  11. Via Palizzi 

  12. Via Pisani 

  13. Via Livraghi 

  14. Via Salomone 

  15. Via Grazioli

9 agosto 2025

Due parole da aggiungere su una lapide: non solo. “Una strage non solo mafiosa”.

Due parole da aggiungere su una lapide: non solo. “Una strage non solo mafiosa”. 
La lapide è quella di via Palestro. 
Saranno fiori bianchi è il titolo del docufilm prodotto per il ventennale delle celebrazioni. Al terzo minuto e 24 secondi la voce fuori campo recita: Poco rumore per il poco traffico per le vie cittadine. Una donna parcheggia una Fiat Uno in via Palestro sul perimetro del Padiglione di arte contemporanea e si allontana. Intanto nella vicina caserma dei Vigili del Fuoco di via Benedetto Marcello tutta la squadra sta brindando per il compleanno di Sergio Alle ore 23:00 la pattuglia della polizia municipale lascia Corso Buenos Aires per dirigersi verso il comando centrale. Delle persone che passeggiano in via Palestro notano che esce del fumo dalla Fiat Uno poco prima parcheggiata. Katia e Alessandro transitando per via Palestro vengono fermati da una coppia di passanti che li avvisa di quanto sta accadendo. Non ci sono fiamme. Esce solo parecchio fumo dai finestrini leggermente abbassati. Vengono chiamati i Vigili del Fuoco. 
Alessandro, Carlo, Sergio, Stefano e Moussafir perderanno la vita. Katia e Antonio, Massimo, Antonino e Paolo sono i sopravvissuti. Per loro una vita nel ricordo di quell’inferno. 
Quella immagine: la donna che parcheggia la uno grigia che esploderà di lì a poco, con grande semplicità e grandissima forza comunicativa, ci pone davanti a un bivio: Gaspare Spatuzza mente o si ricorda male? Lui ha descritto nei minimi particolari quanto accadde in Via Palestro, prima e dopo. Non viene creduto totalmente, Tommaso Formoso viene condannato nonostante Spatuzza non lo coinvolge. mentre Marcello Tutino viene assolto nonostante Spatuzza sostenga che sia stato lui a partecipare al furto dell’auto che poi scoppierà. Racconta anche che sarà Vittorio Tutino, a innescare la miccia. Lui, che era la prima volta che faceva esplodere qualcosa, diventa il colpevole del ritardo dello scoppio. Gli lasciarono la miccia lunga proprio perché non aveva mai fatto nulla del genere. 
Nessuna donna chiaramente. Nella descrizione non viene citata una donna. Luca Invernizzi il supertestimone di Via Palestro la donna se la ricorda bene. 
Però e anche questo aspetto è importantissimo: nessuna donna si presenta nei giorni successivi, nei mesi successivi negli anni successivi per dire: sì! Ero io che sono andata incontro alla pattuglia della polizia locale. Spatuzza ha anche detto di essersi fatto una grande risata quando giunse notizia dalla televisione che era stata una donna a innescare l’esplosivo. Così lui disse. 
Eppure in via dei Georgofili, a Firenze, e di via Palestro, Milano. In entrambi i casi – come per la bomba in via Fauro, a Roma (bomba che doveva uccidere il giornalista Maurizio Costanzo), i testimoni parlarono della presenza di almeno una donna. Bionda, per l’appunto. La stessa Falange armata sottolinea nel comunicato, che nell’operazione di via Fauro hanno utilizzato una donna. 
Sembra la firma: la firma dei veri mandanti delle stragi. Di chi, ancora per una volta, ha usato Cosa Nostra. Oltre alle rivendicazioni della Falange armata qualcosa di più concreto: una donna sui luoghi delle stragi. 
Molto probabilmente siamo di fronte a un secondo depistaggio che ci ha portato distante dalla verità del periodo stragista. 
A questo punto non si può non citare Fabrizio Gatti nel 2019 scrive Educazione americana la storia di un agente della CIA di stanza a Milano, che dice di chiamarsi Simone Pace e gli rivela alcuni probabili retroscena della strage. Gli racconta che a Milano esiste una squadra clandestina della CIA guidata da un uomo che si fa chiamare Victor che un sabato sera di aprile del 1993 lo porta a fare un sopralluogo in via Palestro. E lo stesso Fabrizio Gatti che in un'intervista a Report racconta ciò che ha scritto nel libro: “Quel sabato Victor chiama all'improvviso Simone Pace e si danno appuntamento dalle parti del Consolato americano a Milano e poi camminano fino al parco ai giardini pubblici. Li attraversano ed escono dal cancello laterale che dà che dà su via Palestro e lì Victor fa prende delle misure con i propri passi, Poi si siedono su una panchina e Victor chiede a al confidente di Fabrizio Gatti di comprare alcuni “ingredienti” che poi “Simone Pace si rende conto sono quelli per fabbricare artigianalmente la polvere da sparo”. Servita a preparare la valigia della bomba di via Palestro. 
Dopo 45 anni, con la sentenza del 1° luglio 2025, la Corte di Cassazione ha condannato in via definitiva all'ergastolo Paolo Bellini, ex militante di Avanguardia Nazionale, riconosciuto colpevole come esecutore materiale della strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna, che causò 85 morti e oltre 200 feriti. Paolo Bolognesi, Presidente dei familiari delle vittime della Strage di Bologna: "C'è stata una sentenza che ha chiuso un cerchio che molti anni fa sembrava impossibile poterlo chiudere. ...finalmente ci siamo arrivati. Dopo 45 anni. I mandanti della strage sono i vertici della loggia massonica P2, che, oltre ad avere ideato la strage, la hanno anche finanziata. Chi ha protetto i terroristi sono stati i vertici dei servizi segreti italiani e gli esecutori sono stati i terroristi fascisti” C’è voluto lo sforzo dei familiari di una città e la quotidiana attenzione di decine di migliaia di cittadini. 
Una strage non solo mafiosa. Questa è la verità che emerge. Lentamente ma inesorabilmente. E’ tempo che la città chieda con forza verità e giustizia. Che l’amministrazione sia al fianco dei familiari delle vittime e dei sopravvissuti. E questo può partire da chi, ancora oggi 27 luglio 2025, è pronto a sentire quelle sirene, a immergersi nel ricordo, a cercare di immaginare la scena e il clima e a chiedersi perché?

22 giugno 2025

I Piarulli a Rozzano. Possiamo parlarne? (Sesta puntata - Cosa accade a Rozzano)

La voce girava a Rozzano: "Uno dei tre che gestiscono il ristorante in Cascina Grande è un Piarulli". 
Ho avuto conferma sia fondata. Si tratta di Danilo, figlio di Michele. Condannato a 24 anni e sei mesi di carcere per associazione mafiosa, perché al vertice del clan Piarulli-Ferraro-Mastrangelo una delle articolazioni della Mafia Foggiana (La Quarta Mafia), ospite fissa nelle relazioni semestrali della Direzione Investigativa Antimafia. 
In quella pubblicata a fine maggio 2025 e relativa al 2024 il clan Piarulli viene descritto come ancora esistente, tra le consorterie mafiose riconducibili alle mafie foggiane, quello che dispone di una capacità finanziaria tale da riuscire a diversificare le operazioni di riciclaggio in molteplici attività economiche (gestione di sale ricevimento, alberghi, distributori di carburante, supermercati, autoparchi, aziende del settore agroalimentare). 
Tre i soci della FERDIS srl, la società a cui il Presidente di AMA Giuseppe Coniglio aveva affidato la concessione per la ristorazione nella ex Cascina Zanoletti. Assieme ad Andrea Ferri, storico gestore, che possiede il 34%, nel febbraio 2022, entrano in società Claudio Malpasso e anche Danilo Piarulli. Entrambi con il 33%.
Cascina Grande è luogo simbolo per i rozzanesi. Luogo di storia e di cultura. Sede di una biblioteca e di uno spazio espositivo, un tempo riferimento per moltissimi amanti dell'arte che lì si recavano da tutta la Lombardia. Ma soprattutto Cascina Grande è un luogo pubblico. Di proprietà pubblica!
Nel contratto, sottoscritto con la Ferdis, ad agosto 2022, senza gara pubblica, viene dichiarato che veniva annullato il contenzioso in essere. 
Possiamo fermarci e riflettere. Ma soprattutto parlarne pubblicamente?
Qui non si parla di un’attività privata. Ma di un’attività privata in un luogo pubblico. Che ha un valore storico e culturale.
Possiamo chiederci come mai, ancora nel 2025, si parla del clan Piarulli?  
Possiamo organizzare in cascina Grande un’iniziativa proprio sulla Mafia Foggiana e la presenza a Rozzano dei vertici del clan di Cerignola? Possiamo, per esempio, organizzare la presentazione del libro di Antonio Laronga Procuratore aggiunto a Foggia, L’ascesa della Quarta Mafia pubblicato a ottobre 2024.
Possiamo fare un’iniziativa in ricordo di Michele Cianci, vittima innocente di mafia ucciso a Cerignola il 2 dicembre 1991?
Attenzione perché le colpe dei padri non devono ricadere sui figli. Michele Piarulli ha terminato di scontare la sua pena. E neanche i soldi sporchi. Ci mancherebbe. Ma il silenzio in questi casi non è accettabile.
E se una persona con una storia così alle spalle, non fa il medico o il magazziniere, ma decide di partecipare come socio nella gestione della ristorazione, in un luogo di proprietà pubblica così importante, allora deve avere la forza di affrontare a viso aperto il passato della sua famiglia. Potrebbe essere anche molto utile.

Quinta puntata. Linkate poi le altre.

17 giugno 2025

Le elezioni a Rozzano: ne parliamo?

Forse ce l’ha fatta: Raimondo Nappa diventerà assessore al commercio a Rozzano. Il terzo più votato in assoluto nelle ultime elezioni comunali, è in attesa dell’ufficialità della decisione.
Operatore ecologico, dipendente della partecipata Area Sud di Rozzano dal 2019, un anno fa fu eletto, come primo della lista, in Italia Viva. Ma a lui, come assessore, fu preferita la seconda eletta Marilena Cartia. 
L’anno scorso Italia Viva aveva ottenuto ben l’8,31%, con 1357 voti di lista e ben 1445 voti di preferenza. Più di un voto di preferenza per ogni scheda. Un’enormità. Negli stessi giorni, l’8 e 9 giugno 2024, sempre Italia Viva, alle Europee, alleata con i Radicali, nella lista Stati Uniti d'Europa, aveva ottenuto solamente 495 voti. Per il Consiglio Comunale Nappa aveva ottenuto 163 voti. Il 25 e 26 maggio scorso a Rozzano si è votato nuovamente. Gianni Ferretti, l’ex sindaco, è morto a novembre scorso, per una grave malattia contro cui combatteva da anni.
Quest’anno Italia Viva non si è neppure presentata. Alcuni suoi iscritti si sono candidati nelle liste di appoggio al Centrosinistra, mentre solo un anno fa Italia Viva aveva convintamente sostenuto il padre dell’attuale sindaco, al fianco di Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia. 
E’ chiaro. Il voto alla lista era stato trainato dai candidati: Nappa, sicuramente, ma anche Cartia e Salvatore Lopreiato. E non solo. Sono 10 i candidati che da Italia Viva, sprezzanti delle decisioni dei vertici lombardi del partito, si sono candidati nel giugno 2025 in Alleanza per Rozzano. Dimostrando coerenza al contrario del partito per cui si erano candidati e che nel giro di pochi mesi aveva cambiato casacca, nonostante alla morte di Gianni Ferretti sia subentrato suo figlio, già assessore, in piena continuità.
Passato solamente un anno chiunque avrebbe immaginato che dopo un successo così significativo Italia Viva si ripresentasse. Nulla. Scomparsa. Perché? Io non ho risposte. Nessuno le ha date ufficialmente. Forse oggi è bene esigere delle risposte e parlarne apertamente, pubblicamente. 
A Rozzano parlare apertamente è comunque molto complicato. Due anni fa chiesi all’allora sindaco di valutare bene i contratti tra il Comune e la UGR, cooperativa di tipo B, fondata da Umberto Palomba, cognato di Nappa, dopo gli arresti avvenuti qualche settimana prima. Non mi pare nulla si sia detto pubblicamente. Qui al link trovate il testo di quel post. Dall’ottobre 2024 ad oggi, sono 17 gli affidamenti diretti del Comune di Rozzano a UGR così come si rileva dal sito istituzionale. L’amministrazione aveva preso in considerazione che UGR aveva offerto un lavoro, in permesso dal carcere, al coimputato di Palomba, Walter Pagani, detto Chicco. E che lui, mentre era dipendente di UGR fino alla sua morte, causata da un incidente stradale, era stato accusato di aver ripreso a spacciare a Rozzano? Avevano dialogato con chi aveva svolto l’indagine? Avevano chiesto in Prefettura? 
Oltre a questo mi piacerebbe che si parlasse, pubblicamente, dei soci che gestiscono la ristorazione in Cascina Grande. Storico e bellissimo monumento di Rozzano. Speriamo che con il nuovo Sindaco si abbia opportunità di parlarne. In Consiglio Comunale, come in piazza o sui social. L’importante è che sia pubblicamente. Io, comunque, ne riparlerò a breve.

26 marzo 2025

Banca Progetto uno squarcio su un mondo inquietante

Il 18 marzo 2025 dopo le inchieste per riciclaggio e infiltrazioni della criminalità organizzata (che stanno proseguendo), Banca d'Italia ha commissariato Banca Progetto, sciogliendo gli Organi con funzioni di amministrazione e controllo, comunicando che l'istituto «prosegue la propria attività, pertanto la clientela e i depositanti possono continuare ad operare con la consueta fiducia».

Ecco di seguito il timing di questa clamorosa storia che apre uno squarcio su un mondo parallelo inquietante.

  • Il 14 marzo 2023 viene emessa una sanzione amministrativa a Banca Progetto, ex 65 art. 62 del D.Lgs. 231/2007, pari a 100 mila euro, per mancato rispetto delle norme antiriciclaggio.
  • Il primo marzo 2024 Banca d’Italia richiama l'istituto di credito con sede in via Bocchetto a Milano, ad operare con urgenza misure correttive nel comparto antiriciclaggio.
  • Il 4 settembre 2024 il fondo Oaktree annuncia la cessione di Banca Progetto a Centerbridge Partners.
  • Il 22 ottobre 2024 viene disposta l’amministrazione giudiziaria nei confronti della società Banca Progetto S.p.A..
  • il 26 Febbraio 2025 Paolo Fiorentino si dimette da amministratore delegato di Banca Progetto.
  • Il 27 marzo 2025 il fondo di investimento Centerbridge intenta una causa in Inghilterra contro Oaktree,

Infine, nonostante i richiami e l'amministrazione giudiziaria, arriva il provvedimento di martedì scorso e il definitivo commissariamento.

Ricordiamo che nella misura di prevenzione dell'ottobre 2024 si evidenziava che "Banca Progetto S.p.A. sia stato uno strumento grazie al quale soggetti condannati, tra gli altri, per gravi delitti commessi con l'aggravante ex art. 416-bis1 c.p., ovvero al fine di agevolare l'attività dell'associazione mafiosa denominata ‘ndrangheta ed in particolare la “locale” di Legnano/Lonate Pozzolo e la cosca Tripodi di Vibo Valentia... hanno fatto liberamente accesso al credito peraltro garantito dallo Stato, eludendo le stringenti maglie della normativa antiriciclaggio".

Il tutto nasce da alcuni procedimenti penali che coinvolgono in particolare due persone: Enrico Barone condannato (Tribunale di Busto Arsizio, sentenza del 07.06.2024) alla pena di anni 11 di reclusione per diverse condotte di bancarotta fraudolenta con l’aggravante del metodo mafioso ex art. 416 bis1 c.p.1 e  Maurizio Ponzoni che ha patteggiato (non trovo a quanto) per i medesimi fatti con sentenza irrevocabile, di applicazione della pena del 28.12.2023. I due erano indagati, ai tempi della misura, per trasferimento fraudolento di valori, con aggravante ex art. 416 bis.1 c.p.. Ponzoni è stato anche sottoposto, a inizio aprile del 2024, alla misura di prevenzione personale e patrimoniale, con il contestuale sequestro di un compendio immobiliare del valore di diversi milioni di euro, detenuto anche per il tramite di società intestate alla propria compagna e a dei prestanome. 

Banca Progetto aveva dato ok per il tramite di diverse società riconducibili a Ponzoni, a importanti finanziamenti elargiti da Banca Progetto S.p.a., dal 2019 al 2023, per un ammontare quantificabile in circa 10 milioni di euro». 

Tra l'altro, nella misura viene scritto che l'arresto di Ponzoni e di Barone, a marzo 2023, riportato dagli organi di stampa, non ferma i finanziamenti a società a loro riconducibili: C.F.L. Costruzioni S.r.l. (il 31.05.2023 - € 2.500.000,00), Crocicchio S.r.l. (06.10.2023 - € 1.950.000,00), Givi S.r.l. (il 13.10.2023 - €. 500.000,00). 

Tra le posizioni sottoposte a disamina da parte dell’Uif è "individuabile una società il cui socio di maggioranza sarebbe stato coinvolto in indagini per gravi delitti (tra cui trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio e autoriciclaggio, tutti contemplati dall’art. 34 del Codice Antimafia). Trattasi della Dolce Nannini srl con sede a Monteriggioni (SI), alla quale nel luglio 2020 Banca Progetto ha concesso un mutuo garantito dal Fondo PMI di 495 mila euro". 

Il lettore attento di questo blog sa chi ha posseduto il capitale di Dolci Nannini Siena Srl in quegli anni. Proprio 8 mesi dopo il luglio 2020 con provvedimento di applicazione di misure cautelari reali, il 13 febbraio 2021, il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Siena avrebbe disposto il sequestro delle quote di Sielna Spa. Il 15 marzo successivo viene notificata alla Banca Progetto una richiesta di blocco somme dalla Guardia di Finanza in esecuzione di due decreti di sequestro preventivo emessi dal GIP. 

23 marzo 2025

Se il Titolare effettivo c'è

(articolo pubblicato da Fiscodiprossimità)

A partire dall'anno 2021, la Segreteria Generale ha richiesto alle diverse direzioni dell’amministrazione Comunale di Milano i dati sulle dichiarazioni del titolare effettivo ricevute da ciascun ufficio, come previsto da un modello operativo previsto nella sezione normativa allegata al Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e trasparenza (PTPCT) e ora al Piano Integrato di Attività e Organizzazione (PIAO).
La risposta è netta: non risultano casi in cui non sia stato dichiarato il titolare effettivo. Nessuno ha negato le informazioni al Comune, adeguandosi a quanto previsto dall’articolo 15 dell'allegato SUB A) PIAO 2025-2027.
Tutto a posto quindi? Si. Però stiamo attenti a pensare che se tutti dichiarano il proprio titolare effettivo la battaglia che abbiamo portato avanti per anni, forse, non era così utile. Perché l’ho sentito dire e non sono per nulla d’accordo.
Ricordiamoci la fatica che facemmo. All’inizio, si parla del 2018, in molti non erano convinti a intraprendere questo cammino di trasparenza e non tutti votarono l’ordine del giorno che diede inizio a questo percorso. Così disse Marco Dettori di Assimpredil a fine agosto: “Stiamo attenti a non appesantire l’attività amministrativa, che è già abbastanza complicata per gli operatori!”. ANAC si oppose due volte all’esclusione dall’aggiudicazione di un appalto a chi non avesse dichiarato il proprio titolare effettivo. Nel 2021, tre anni dopo, lo stesso principio venne previsto dalla disciplina europea che istituì il dispositivo per la ripresa e resilienza (regolamento UE/2021/241) e i destinatari di fondi e agli appaltatori interessati dall’attuazione di riforme e progetti nell’ambito dei piani nazionali furono obbligati a comunicare la titolarità effettiva pena l’esclusione.
Una volta avviato il nuovo corso ecco che ci si adatta. Ora abbiamo a disposizione molti dati e molto utili. Dobbiamo ricordare che il registro dei titolari effettivi in Italia non esiste ancora. E, per le Pubbliche Amministrazioni, se mai verrà alla luce, potrebbe essere accessibile solo a pagamento. Ora si attende la Corte Europea a cui il Consiglio di Stato ha posto sei diversi quesiti dopo il ricorso accolto in parte delle fiduciarie. Se Milano costruisse un data base accessibile dei titolari effettivi che da 4 anni vengono comunicati, sarebbe un fatto unico in Italia. Utilizzabile solo da Milano, ma estremamente efficace per tutelare la libera e sana concorrenza di mercato.
I titolari effettivi di cui parliamo sono persone, nome cognome, codice fiscale, che detengono almeno il 25% della società che ha vinto un appalto con il Comune, ha in essere una concessione, un partenariato pubblico/privato, sta ricevendo un finanziamento, un'autorizzazione commerciale per medie e grandi strutture di vendita o sottoscrive convenzioni urbanistiche. Per dover dichiarare la loro titolarità la quota soglia la possono detenere anche indirettamente, attraverso scatole cinesi, attraverso fiduciarie o trust, oppure attraverso patti parasociali.
Un data base, con tutti i titolari effettivi dichiarati a disposizione dell’ufficio che contrasta l’evasione dei tributi locali ed erariali e di quello che lavora per inviare dati e informazioni su operazioni sospette a rischio riciclaggio all’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) presso la Banca d’Italia, sarebbe fondamentale. Tra l’altro. È bene ricordare che negli ultimi tre anni (gli anni del post covid), solamente un’operazione sospetta è stata inviata alla UIF dal Comune di Milano. Troppo poco. Per chi ne ha fatte 26 dal 2014 e che come Amministrazione ha la responsabilità di trainare un'intera nazione nel contrasto al riciclaggio, un calo ingiustificato, da cui ripartire immediatamente. 

22 febbraio 2025

Ndrangheta e criminalità cinese, i rapporti si consolidano e non è più solo una sensazione

(Articolo pubblicato da Il Fatto online il 21 febbraio 2025)

I rapporti tra 'Ndrangheta e criminalità cinese si stanno consolidando? 
Proprio nei primi giorni di febbraio lo Scico, il Reparto della Guardia di Finanza contro la criminalità organizzata, in collaborazione con il Nucleo tributario di Brescia, ha smantellato una rete illegale legata alla ’Ndrangheta e ad alcune società cinesi, svelando una frode da 365 milioni di euro in fatture false e arrestando 12 persone. 
L'operazione, denominata in modo evocativo, Torre di contanti, non svela nulla di nuovo sulle modalità con cui oramai la ‘Ndrangheta ricicla e fa soldi, ma risulta particolarmente interessante perché nel sodalizio criminali ci sono anche soggetti cinesi.
Lo schema è sempre lo stesso. Società cartiere, questa volta con base a Brescia, riconducibili a uomini legati alla ‘Ndrangheta con il solito sistema delle false fatturazioni reciproche per prestazioni inesistenti, provvedevano a bonificare gli importi ricevuti ad altre società del sodalizio ma, questa volta, con base nella Repubblica popolare cinese. I cittadini cinesi, ma di stanza nella ormai famosa e modaiola Chinatown milanese, provvedevano poi a far rientrare le somme in Italia e a distribuirle fra i vari consociati.
Non è la prima volta che accade nei tempi recenti. 
Già nel 2023 la Gdf di Bologna, sempre di concerto con il proprio reparto specializzato in criminalità organizzata, aveva svelato un fitto rapporto tra 'ndrangheta e criminalità cinese finalizzato al riciclaggio dei proventi del narcotraffico. 
In tempi oramai lontani, analisti e studiosi avevano già lanciato l’allarme, spesso inascoltato, sull’organizzazione criminale cinese che sempre di più aveva ricalcato modalità di organizzazione familistiche e impenetrabili del tutto assimilabili a quelle della nostra ‘Ndrangheta. 
Il Procuratore di Milano, Marcello Viola, lo scorso 11 febbraio in Consiglio Comunale a Milano avvalora questa che, quindi, oramai è molto più di una mera sensazione. 
Viola descrive una nuova mafia silente e mercatista che si è internazionalizzata e globalizzata. Altamente specializzata in tema di riciclaggio, soprattutto dei proventi del narcotraffico, che rimane attività principale, adottando metodi di tale raffinatezza e complessità da rendere difficili le ricostruzioni attraverso le indagini. La 'ndrangheta, ha sottolineato, ha accentuato la sua vocazione imprenditoriale a tal punto che si è reso necessario che la DDA milanese si occupi anche di tutta una serie di reati finanziari caratterizzati dall'aggravante dell'agevolazione mafiosa. 
In Lombardia, sottolinea sempre Viola, agiscono sia tutte le mafie italiane, in primis la 'Ndrangheta, sia quelle comunemente definite nuove mafie, intendendosi quelle composte principalmente da stranieri, con metodi del tutto assimilabili a quelli delle organizzazioni criminali di tipo mafioso. Quella cinese viene citata esplicitamente.  


19 gennaio 2025

Hydra: arriva l'ok della Cassazione, primi tre arresti eseguiti

Arriva l'ok della Cassazione.
Primi tre arresti per l’inchiesta Hydra (Nucleo investigativo dei carabinieri e Pm della Dda Alessandra Cerreti). Al centro l'alleanza tra camorra, 'ndrangheta e cosa nostra in Lombardia. Il cosiddetto Sistema. 
Una querelle durata più di un anno, con 11 arresti (nessuno per 416 bis) ad ottobre 2023 su 154 richiesti da parte della Pm. Quindi il ricorso della Dda su 79 posizioni, 41 quelle accolte dal riesame.
Infine la Cassazione ieri l'altro: Gioacchino Amico, preso a Terrasini e ora in cella a Palermo, Pietro Mannino, portato nel carcere di Busto Arsizio, Vincenzo Senese già detenuto a Lecce.
Aldilà del percorso della Giustizia che possiamo definire logico, ma paradossale, e su cui non mi soffermo, la novità clamorosa non riguarda l'alleanza tra le tre organizzazioni, ma la presenza di Cosa Nostra e Camorra.
Dieci anni fa la Boccassini aveva dichiarato alla Summer School della Statale che solo per la 'ndrangheta si poteva applicare a Milano e in Lombardia il 416 bis.
Non è più così. Almeno per ora. Cosa Nostra è dai tempi dell'omicidio in via Palmanova di Alfio Trovato che non viene indagata qui, dalle nostre parti, per associazione mafiosa. Alcuni, per esempio Giuseppe Nastasi e Liborio Pace, arrestati per altri reati (reati tributari) avevano l'aggravante di avere favorito Cosa Nostra e alcune sue famiglie (famiglia mafiosa di Pietraperzia, Enna)
Mentre per la Camorra non ricordo arresti legati a questa organizzazione per 416 bis a Milano o in Lombardia.  Né Massimiliano Batti, né Vincenzo Guida. 
Il 24 gennaio prossimo la Cassazione esaminerà la posizione di Paolo Errante Parrino. Radicato da anni ad Abbiategrasso, dove è stato costretto al soggiorno obbligato dopo una condanna per mafia negli anni novanta. Gli investigatori di Hydra lo descrivono come appartenente a Cosa Nostra legato alla famiglia di Matteo Messina Denaro, mandamento di Castelvetrano.  

12 gennaio 2025

Ass. Familiari Vittime di Stragi: Ddl Sicurezza? Art. 31 è pericolo per la democrazia

Numerose Associazioni di familiari di vittime di mafia e terrorismo e singoli familiari di vittime esprimono forte preoccupazione, ed anche indignazione, per quanto proposto all'articolo 31 del ddl sicurezza attualmente in discussione in Parlamento

In un paese che non ha ancora superato le cicatrici provocate da stragi, omicidi, attentati, depistaggi, dossieraggi, golpe tentati, progetti eversivi e altre fenomenologie criminali della stessa specie, che sono stati immancabilmente accompagnati da responsabilità non solo morali e spesso processualmente accertate di esponenti degli apparati di sicurezza, il solo pensiero di fornire ancora più poteri a tale personale, ivi compreso il potere di delinquere, pare non solo una offesa alla Costituzione repubblicana ma anche eversivo. 

La storia, anche quella giudiziaria, ci segnala la presenza di uomini degli apparati di polizia o di sicurezza in pressoché tutte le stragi che hanno insanguinato l'Italia (o nei depistaggi che ne sono stati il séguito), a partire da Portella della Ginestra e a seguire tutte le altre, Peteano, Brescia piazza della Loggia, Milano piazza Fontana, Bologna stazione centrale, Italicus, rapido 904, Capaci, Palermo via d'Amelio, Bologna Pilastro, Firenze via dei Georgofili, Roma basilica san Giovanni e basilica san Giorgio al Velabro, Milano via Palestro. 

E poi omicidi, tanti, troppi, da Peppino Impastato a Nino Agostino, da Umberto Mormile ad Attilio Manca, da Antonino Scopelliti a Bruno Caccia, da Carlo Alberto Dalla Chiesa a Mauro Rostagno, e non basterebbe una pagina per proseguire ricordandoli tutti. 

In tutte queste azioni, in tutti questi misfatti, e nel loro séguito compaiono uomini dei servizi, pressoché sempre. Per cancellare prove, per inquinarle, manipolarle, depistare, oscurare e mascariare la verità. SEMPRE! 

10 gennaio 2025

Silenziosa e impenetrabile. La mafia cinese cresce nell'omertà (articolo pubblicato su Antimafiaduemila il 5 gennaio 2025)

Sono le 22 e 40 del 5 ottobre 2024. Siamo su una Audi A3, in uso a Bing Zhou nato in Cina nel 1984, e residente a Milano, in via Sarpi. Ora a San Vittore, arrestato come mandante di un triplice omicidio. 
Le cimici piazzate dai Carabinieri del comando provinciale di Milano, intercettano una conversazione. Una tra le tante. 
Uomo, ridendo: “Il posto dell'incendio sono morte tre persone?” 
Bing Zhou: “Si”
Uomo: “Si trova vicino qua?” 
Bing Zhou: “… vicino al civico 3 (di Via Cantoni, ndr)
Era la tarda serata del 12 settembre dello scorso anno. Intorno alle ore 23.00. Un incendio doloso divampa all'interno del locale showroom con insegna "Wang", in via Ermenegildo Cantoni 3, a Milano, sede della ditta individuale Li Junjun. All'interno dello stabile durante le operazioni di spegnimento vengono rinvenuti i corpi senza vita di tre giovanissimi ragazzi, Dong Yindan (nata nel 2005), Liu Yinjie (nato nel 2006) e Pan An (nato nel 2000). 
L’Uomo seduto di fianco al posto di guida insiste: “Sicuramente ha dato fuoco versando la benzina. Come mai le persone non riuscivano a scappare? è strano… ”
Bing Zhou: “Non mi frega un cazzo! Sicuramente perché la porta era chiusa con la chiave, hai capito? Erano chiusi dentro!” 
La conversazione poi vira. Sulla droga. 
Emerge che Bing Zhou è amico di un latitante, in Cina, leader di un gruppo che spaccia a Milano ecstasy, ketamina e shaboo. Un uomo, a detta loro, importante nell'ambito della malavita. Nel giro delle loro conoscenze e nel corso del dialogo, compare anche un altro uomo, un broker di sostanze illegali, originario di Wen Cheng, (località della provincia di Zhe Jiang). Pare che “nessuno” abbia “il coraggio di sfidarlo (in Toscana, ndr)". Risponde l’uomo. 
Bing Zhou ha un coindagato, Yijie Yao, arrestato anche lui come mandante dell’incendio, erano anche “soci in affari di droga” e il secondo aveva un debito di 80 mila euro nei confronti del primo, debito scaturito per una partita di droga non pagata. Bing Zhou fu tratto in arresto qualche anno fa e Yijie Yao "approfittò" di tale circostanza, così dice l’ordinanza di custodia cautelare, per non saldare il suo debito, decidendo di smerciare comunque la merce. 
Ricapitolando: giro d’affari lecito, nel Nord Italia, dal Friuli alla Lombardia, fatto di edilizia e ristrutturazioni. L’estorsione per un presunto debito. Quindi l’incendio, assoldando un uomo, definito da loro, “Il pazzo”, giunto per l’occasione dall’Olanda. E poi tanta droga. Questo è il quadro che si delinea attorno alla morte dei tre giovani. 
Un fatto criminale gravissimo. Uno dei più gravi. Non ne ricordo, a Milano, negli ultimi trent’anni uno analogo. Declassato come evento secondario.