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9 gennaio 2009

Bonifica cava di Calchi Taeggi: il 20 gennaio si decide

Il 20 gennaio è data importantissima per quel che riguarda la bonifica e la successiva edificazione prevista nell’area dell’ex Cava Geregnano, confinante con le vie Bisceglie e Calchi Taeggi.
Le preoccupazioni di noi consiglieri comunali, dei cittadini attualmente residenti e di quelli che acquisteranno gli appartamenti in edilizia libera o convenzionata, sono forti.
Gli interessi in gioco sono altissimi e il Progetto operativo di bonifica, dopo una prima bocciatura, è stato sospeso nell’aprile dell’anno scorso. Inoltre, dato non da sottovalutare, è la prima volta che viene presentato un progetto di edificazione su corpi di cava riempiti.

La Cava ex-Geregnano, al termine dell’attività estrattiva, è stata utilizzata come discarica di materiale eterogeneo. Alla fine degli anni ’80 la cava era totalmente riempita. Oltre ai rifiuti inerti derivanti da demolizioni è stata rilevata la presenza di scarti industriali, materiale farmaceutico, residui di lastre di amianto, rifiuti allora classificati genericamente come urbani, in assenza di riferimenti normativi in tema di smaltimento dei rifiuti. L'Arpa ha evidenziato nell'acqua di falda nel settembre 2007 Tetra cloroetilene 3 volte i limiti, Dicloropropano, Tricloropropano e Manganese, quest'ultima 15 volte più del limite. In una nota Asl del giugno 2007 si ricorda che nella fase di caratterizzazione ambientale si erano riscontrati in concentrazioni superiori ai limiti di legge: TCDD, PCDD e PCDF, diossine, PCB, policlorobifenili, che possono originare, per ossidazione, diossine. Infine Stirene un cancerogeno.
L’area della cava presenta un volume del materiale di reinterro di circa 1.800.000 mc.
Nel dicembre 2007 la Torri parco Bisceglie s.r.l. di De Albertis e Acqua Pia Antica Marcia dei Caltagirone, proprietarie dell'area, presentano il progetto operativo di bonifica.
Nell'aprile 2008 la Conferenza di servizi esprime un parere sospensivo in attesa di integrazioni.
Nel verbale si sottolinea che "non si ha esperienza sul territorio del Comune di Milano di edificazioni su corpi di cava riempiti e che occorre rivedere i valori tossicologici delle sostanze contaminanti considerando il “Recettore bambino”, procedendo ad una verifica del rispetto delle Csr (Soglie di contaminazione rilevate) secondo un percorso diretto".
In sede di Conferenza dei servizi è stato anche richiesto di verificare una serie di questioni rispetto all’analisi dei rischi che dovrà essere rielaborata anche in funzione dei risultati scaturenti dalla rimozione degli hot spots (focolai di contaminazione) e dai campionamenti che sono stati effettuati nelle aree circostanti i detriti rimossi.
Ora l’integrazione è giunta in Comune. Non abbiamo ancora avuto la possibilità di averne copia. Dalle prime indicazioni pare che scavino un metro in più di quello che aveva chiesto il Comune e accompagneranno gli scavi con analisi successive per verificare se vengono comunque superati i valori delle analisi di rischio.
Ed è proprio l’analisi di rischio determinante ai fini del parere positivo di Arpa, Asl, Provincia e Comune. Gli uffici dicono che esigeranno un’analisi di rischio che tenga conto della bonifica sotto le residenze, anche senza messa in sicurezza.
I costi previsti sono di circa 22 milioni di euro, con previsione che possano lievitare.
Chi pagherà? Non certo chi ha inquinato, ma chi acquisterà casa!
Noi saremo lì a controllare che tutto sia fatto a regola d’arte. Chiederemo consulenze terze e verifiche.
Il progetto urbanistico è già invasivo, insiste su un'area a standard, sulla quale doveva nascere un enorme parco e non si può accettare che vengano, per di più, costruite abitazioni e uffici sopra una discarica non bonificata alla perfezione!

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